Propugnando la necessità dell’astensionismo, e mettendoci nome, cognome, faccia e indirizzo, mi sono attirato spesso rampogne dai toni accesi da varie parti. Tutte interessate al mantenimento della "status quo" della partitocrazia, in verità. Mai che l’epiteto di "qualunquista, sfascista, populista e molto peggio" sia stato accompagnato dalla realistica considerazione che ero in buona compagnia. Alle politiche un terzo abbondante di italiani non ha votato, senza considerare schede bianche e nulle. Alle regionali e alle comunali quasi tutti i presidenti e sindaci sono espressione di massimo il 15% dello elettorato attivo, per non parlare delle passate europee (solo il 40% votarono). Ma, per i soloni della democrazia, sono soltanto loro i legittimi rappresentanti della volontà popolare, gli altri non contano. Pertanto oggi, ripartendo dalle dichiarazioni di Renzi su ipotetiche nuove leggi elettorali, affido alla libera circolazione su internet la mia proposta in materia. "Una testa, un voto", affermavano i precursori della democrazia. E ne fecero la colonna portante del loro pensiero. Bene, ma allora se ogni testa corrisponde a un voto perché la somma di tanti voti e, quindi, il volere di tante teste deve essere annullata dalla volontà di altri? Mi sembra logico intuire che l’unico sistema valido che potrebbe essere espressione del voto popolare sia il proporzionale puro. Anzi, purissimo. Si stabilisca il numero dei rappresentanti del popolo da eleggere nelle varie assemblee e si dia a chiunque la possibilità di presentarsi da solo o in compagnia per concorrere. Poi si calcoli la proporzione matematica tra quanti devono essere eletti e il numero dei voti ricevuti da ciascuno o dalla lista in cui è inserito per stabilire chi deve rappresentare gli elettori. Cosa c’è di più semplice e maggiormente "democratico"? Perché complicazioni enormi per potersi presentare e sbarramenti vari? Di cosa hanno paura lor signori? Della ingovernabilità? Della frantumazione? Ma se con il maggioritario e il porcellum sono stati presenti in parlamento decine di partiti e movimenti, con contorno di crisi di governo ed elezioni anticipate, di cosa cianciano? Non si rendono conto che la maggior parte degli italiani non si fa piú prendere in giro? Tornando a Renzi ed alla sua proposta di riprendere il sistema "a due turni" vigente per i sindaci, una sola osservazione: lui così innovativo e candido non proverebbe alcuna vergogna a rappresentare solo una minoranza di elettori votanti? Presumo di no. Visto che non propone la norma piú logica ed opportuna per qualunque legge elettorale. Quella che, sul modello dei referendum, non ritenga valida qualsivoglia elezione in cui non si raggiunga la maggioranza del 50% +1 degli aventi diritto. In mancanza di ciò non vengano a dare lezioni di democrazia a nessuno.
Non ci caschiamo piú.
Grazie per l’attenzione
Vincenzo Mannello