I PortaVoce eletti alla Camera dei Deputati e all’Assemblea Regionale Siciliana del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva e Valentina Zafarana plaudono il gesto del Sindaco di Messina Renato Accorinti che, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre ha esposto una bandiera della pace citando l’inizio dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”.
Riteniamo totalmente strumentali -affermano i PortaVoce- le dichiarazioni del Ministro D’Alia, il quale evidentemente non ha inteso, o ha fatto finta di non intendere, il vero messaggio espresso dal Sindaco: ricordare i caduti in guerra, invocando la pace. Ci chiediamo come sia possibile ritenersi offesi dalla bandiera simbolo della pace, con la citazione della frase di Sandro Pertini che invita a svuotare gli arsenali e riempire i granai; come sia possibile vedere uno scandalo nell’invito alla pacifica convivenza fra i popoli. Ce lo chiediamo e non riusciamo a darci una risposta che non comprenda concetti distorti quali "missioni di pace" che nascondono interessi ben diversi dalla "esportazione della democrazia. Nessuno, tanto meno il Sindaco, ha criticato l’istituzione Esercito tout-court, alla quale tutti riconoscono l’impegno profuso, a esempio, a sostegno della cittadinanza durante le calamità naturali di cui il nostro Paese è troppo spesso scenario, ma un ragionamento tanto elementare quanto evidente, non può non portarci a constatare che se, per fare una stima sommaria, la metà di quanto speso, ad esempio, per i “famosi” f-35, fosse stato speso per la tutela, la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio, in operazioni di prevenzione insomma, tante delle calamità che si sono abbattute sul nostro territorio non avrebbero avuto gli effetti tragici che abbiamo visto negli anni".
"Ben diversa è la considerazione che il MoVimento 5 Stelle, come più volte dimostrato, ha di ogni forma di azione bellica mascherata con l’ipocrita definizione di “missioni di pace”, in violazione dell’Art. 11 della nostra Costituzione, e senza che mai al popolo italiano sia stato chiesto se si preferisse intervenire in un paese straniero o se ci fossero altre priorità da perseguire con maggiore e più sensato impegno. Come più volte espresso ci stiamo battendo, e ci batteremo, affinchè i nostri militari rientrino in patria, ponendo fine alla triste esperienza neo-espansionistica che vede le proprie radici oltre oceano".