Da semplice iscritto del PD, che ha abbracciato per la corsa alla Segreteria Nazionale le tesi del candidato vice-Presidente vicario del Parlamento Europeo on. Gianni Pittella, e che non ha aspettativa di ruoli in organismi dirigenti, registro il voto dei Circoli che hanno celebrato i congressi locali accogliendolo come un esercizio di una logica democratica non sussumibile a preconfezionati accordi di vertice. Non so se vi è una regia. Non so se vi è stato un imput di Francantonio Genovese inteso a non rispettare un presunto equilibrio (strappato a prescindere da meriti e demeriti). Certamente, gli iscritti – così facendo – mettono di fatto sullo stesso piano le c.d. minoranze – almeno qui a Messina – con una sapienza redistribuitiva che il "nuovismo" voleva mortificare. Forse, tutti non sanno che sul 49% da ripartire tra gli altri ("diversi" da Genovese) il 99% volevano ipotecarlo-accaparrarlo i deputati, non di primo pelo, on.li Panarello e Laccoto. Sulla base di quale alternativa, autorevole, innovativa proposta di virtuoso modello non è dato saperlo. Probabilmente sulla base di presunti numeri. Se si tratta sempre e solo di numeri è preferibile affidarsi a quelli veri dettati dalla matematica delle forze in campo piuttosto che a quelli di una grammatica consociativista e trasformista. Ora sin quando il Partito Democratico continuerà a non occuparsi dei problemi di una comunità boccheggiante che chiede analisi e soluzioni, verità e giustizia, pane e non circo, si resterà a margini di una storia dettata dall’anarchia del caos. Per favore … si può dire qualcosa di sinistra e di centro, di centro e di sinistra a partire dalle mozioni? Quale Italia? Quale Sicilia? Quale Messina? Quale partito?
Emilio Fragale