Mensa scolastica & Associazione Consumatori Utenti

Ritardi nella partenza del servizio mensa e scelte molto superficiali. La gestione del servizio da parte del Comune lascia sgomenti. Sono previste 5 fasce di reddito per il pagamento: una complicazione inutile. Pagano anche coloro con reddito da 0 a 2000 euro: assurdo, dato che ci sono famiglie che veramente si arrangiano tra buste della spesa regalate dai parenti pensionati e aiuto della chiesa. Famiglie i cui genitori approfitteranno del fatto che il bambino è “sistemato” a scuola per “arrangiarsi” o saltare il pranzo. Ad aggravare la situazione è richiesto il pagamento anticipato: su 15 giorni è solo ridicolo pensare di applicarlo a gente che non ha un euro in tasca. Se si bandisse il servizio da gennaio a maggio (in caso di approvazione del bilancio) sarebbe ingiustizia sociale! Trattare in modo uguale i diseguali è ingiustizia sociale. Altra assurdità: i morosi non possono accedere al servizio. Si fanno ricadere sui bambini i comportamenti dei genitori, i quali spesso sono dovuti ai comportamenti delle aziende per cui lavorano. E ancora, la fascia più alta di reddito è appena di 20.000 euro: si sa che i ricchi non mandano i figli alla mensa scolastica, se possono evitarlo, ma sarebbe meglio diminuire le fasce, alzare la terza fascia oltre i 25 mila e spalmare gli aumenti sulle fasce più alte. L’Associazione Consumatori Utenti (ACU) chiede all’Assessore Panarello che guardi con maggiore attenzione a questo servizio, momento fondamentale di educazione alimentare e educazione alla convivenza civile. La mensa scolastica è un momento sociale ed educativo importante. E’ una di quelle conquiste sociali di valore che sono state logorate negli ultimi 30 anni. Già è deprecabile che sia diventato il servizio richiesto da quelle famiglie che versano in condizioni economiche peggiori e non possono gestire diversamente il tempo dei figli. Già è negativo che molte scuole non la prevedano più. Compito del Comune è fissare regole per l’erogazione del servizio che consentano a tutti l’accesso e ne sostengano la qualità. Chiediamo pertanto che vengano definiti strumenti di controllo per evitare che i soliti “finti poveri” usufruiscano di vantaggi o non paghino (è come con l’evasione fiscale!), ma allo stesso tempo chiediamo che i veri poveri siano rispettati e fatti rispettare, che si ripristini un meccanismo di solidarietà e giustizia sociale per cui chi ha condizioni economiche più tranquille possa consentire l’accesso al servizio a chi non le ha. Chiediamo che da subito si correggano le iniquità più gravi e che nel prossimo bando si punti ad aumentare la qualità del servizio in modo che per il prossimo anno aumentino le richieste anche dei più benestanti e che si possano re-distribuire i costi a beneficio dei bambini e delle famiglie povere.