"La malnutrizione (degli anziani) deve essere evitata a ogni costo perché aumenta del 25% il rischio di ricoveri e accresce la mortalità". Bene, a me e ai tanti che non sono medici questo allarme imperativo, lanciato da geriatri e gerontologi durante un congresso a Torino e riguardante la salute degli anziani dai 65 anni in poi, non può che fare piacere. Dato che tra poco entrerò in graduatoria leggo quindi, con interesse, l’articolo su La Sicilia. Segue una distinzione tra fasce d’età con proporzione di consumo calorico necessario per non essere malnutriti: 65-74, 75-80 e ultraottantenni. Tutto chiaro, le preziose calorie necessarie calano con il trascorrere inesorabile del tempo. E allora, dove trovo la sorpresa? Per i medici, stando all’articolo, si può mangiare bene spendendo da un minimo di euro 1,62 (avete letto bene, uneuroesessantaduecentesimi) della fascia piú vicina al trapasso al massimo di 5,20 necessaria ai piú giovani sessantacinquenni. E giù un "preventivo" di colazione a base di latte e fette biscottate o yogurt e pane bianco al prezzo stracciato di 30-50 centesimi al massimo. Passando poi al pranzo, ci si può nutrire a sufficienza con pasta, pomodoro e un uovo. Al costo di 60 centesimi sessanta. Volendo scialacquare, con 2,60 euro si può trovare un minestrone e una fettina di manzo. Per la cena a base di verdura, uova e banana (!) possono essere sufficienti 70 centesimi. A voler eccedere, con tonno e una mela, si arriva a 2,40. In sintesi gli studiosi concludono che,dai 65 anni in poi, ci si può nutrire sufficientemente con 150 euro mensili per i più giovani a finire con i 50 dei matusalemme nostrali. Se non fosse che sono (da siciliano) "malupensanti" avrei tratto la considerazione che è meraviglioso trovare professionisti di tale capacità. Unire la sapienza medica alla conoscenza (??) dei prezzi di hard discount e mercatini rionali (visti le cifre citate) non è da tutti. Ma, passato il senso di colpa per il mio personale "spreco" di calorie ed euro in eccesso, ho trovato strana la coincidenza tra questo studio e la situazione sempre piú pesante in cui versano anziani e vecchi (per la verità non solo loro, ma ai giovani penseranno dopo) per il taglio di pensioni e servizi vari. Volutamente o meno lo studio dei geriatri-economisti suona come aiuto alle politiche europee del rigore sempre piú stretto.
Invece di richiedere un innalzamento del tenore di vita (almeno alimentare) e della capacità di spesa di una fascia di popolazione sempre piú numerosa, propone una inverosimile tabella. Non di calorie, quelle non oso contestarle, ma dei prezzi degli alimenti. Davvero questi professionisti ritengono che ci si possa nutrire, in Italia non in alcuni paesi africani, con 50-150 euro al mese?
Hanno esempi in famiglia? Oppure il loro scopo è di far risparmiare il governo sui ricoveri ospedalieri e sulle pensioni? Si rendono conto che sono tesi e discorsi da economia di guerra?
Credo proprio di si, sono gli scienziati della spending review.
Grazie per l’attenzione
Vincenzo Mannello