Sembra che fare cagnara come Berlusconi vada di moda. E allora, per non farsi mancare nulla, il sindaco di Messina ha deciso che ogni pretesto è buono per fare passerella. È come se si fosse risvegliata all’improvviso la vecchia anima, quella perdente, dell’Accorinti che fu. L’anima dell’instabilità e della sorpresa, degli equilibri più avanzati e della guerriglia fine a se stessa. Primo apparire, poi tutto il resto. Renatino tende a identificare se stesso con il potere, con Palazzo Zanca. Lo capiamo, per anni e anni gli hanno negato spazi e fotografie relegandolo al ruolo del brutto, sporco e cattivo. Il parente scemo di una grande famiglia allargata dove maggioranza e opposizione di SISTEMA si dividevano palazzi e poltrone. E oggi Renatino reclama quella visibilità a lungo negatagli dagli amici di oggi ma non sarà l’occupazione permanente della scena che aiuterà i rivoluzionari dal basso a raccogliere parti non secondarie di cittadini ed elettori. Il guaio è che Renatino non ha altra strategia che quella di creare confusione e, appunto, instabilità perché rompere le scatole è una cosa, amministrare una comunità, un’altra. L’idea di gestione della città da parte del sindaco di Messina contiene qualcosa di inspiegabile, molto di contraddittorio, perfino di bizzarro, è difficile intravedere una strategia, una linea politica che porti da qualche parte. Per tenersi buoni i cosiddetti cervelli locali li nomina in Giunta o gli promette incarichi salvo poi creare confusione, litigi, invidie anche al suo interno: il codazzo non basta per dirsi capo di una comunità! Dunque, di fronte a quello che IMG Press definisce irrazionale lavorio distruttivo teso a rinnegare un patto politico di solidarietà per una questione che non si sa se di mero prestigio o di puro potere, o di malcelato trasformismo, la città che chiede una vera rivoluzione e non questa fuffa, deve tornare a vestire i panni di forza energica e non distruttrice che sopporta le bizzarrie di un sindaco amico dei ciarlatani ma che è in grado di riorganizzarsi per mettere le cose a posto. I messinesi digeriscono tutto, ma non i rospi. Ecco perché dobbiamo riprendere con forza le motivazioni delle nostre scelte politiche e lavorare perché queste scelte si realizzino e vengano rispettate anche da chi ha aiutato Renatino a impossessarsi del bene Comune. Cosa volete che siano un paio di sceneggiate nel bel mezzo di una crisi economica? E invece no, c’è pure chi pretende che a un sindaco così dovremmo dire grazie: ma per favore… Mandiamolo a casa o ne vedremo delle belle!