-Referendum per la permanenza nell’euro
– Abolizione del Fiscal Compact
– Adozione degli Eurobond (fuori euro ?)
– Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune finalizzata eventualmente all’adozione di un Euro 2
– Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio
– Finanziamenti per attività agricole finalizzate ai consumi nazionali interni
– Abolizione del pareggio di bilancio.
Quanto sopra i punti essenziali esposti da Grillo a Genova ieri. Con in più la sacrosanta richiesta-provocazione di "impeachment" per Napolitano. Sinceramente tutto, proprio tutto condivisibile. Almeno da parte mia. Non posso, e non voglio, analizzare i vari punti uno per uno. Non finiremmo neppure domani e, vedi eurobond, per certi argomenti non ho neppure la minima competenza. Ma la richiesta di referendum per la permanenza nell’euro la trovo di importanza fondamentale, specie in questo preciso momento politico. Vero è che tanti, tantissimi la predichiamo da tempi lontani, precedenti alla politicizzazione di Grillo. Ma noi siamo stati, pur numerosi, divisi e scarsamente rappresentativi. Grillo incide sul 25% dell’elettorato attivo e, sempre a mio parere, ha notevoli punti di contatto con la gran maggioranza di quello passivo. Ovvero molti di noi astensionisti riteniamo condivisibili alcune tesi del M5S ma non ci fidiamo tanto dal votarlo. Perché? Piú che spiegazioni arzigonzolate porto un pratico esempio. Subito dopo la elezione di Napolitano, vero colpo di stato istituzionale, Grillo chiamò a raccolta il popolo pentastellato e i cittadini tutti a Montecitorio, invocando la piazza. Esattamente ciò che un movimento popolare anti-partitico con un capo carismatico avrebbe dovuto fare. Ma Grillo e i suoi deputati cittadini, tutti così aggressivi nel linguaggio ma "fighetti" nel comportamento pratico, si tirarono dietro per paura delle conseguenze. Penali e amministrative, ovvero finire in galera e perdere la poltrona parlamentare. Oggi, lasciando perdere il resto, Grillo chiede il referendum sull’euro. Certo che, e ha ragione, gli italiani scapperebbero dalla moneta unica.
Solo che, lo scrivo io (ultima ruota del carro), questo referendum non si farà mai. E allora? È pronto Grillo a schierare le sue truppe contro le armate partitocratiche della Eurodittatura?
Ma non in senso metaforico, scrivo di presenza reale nelle piazze. Con manifestazioni popolari di dissenso totale verso questa Europa, dei banchieri e della burocrazia ottusa e miope. In Ucraina ieri, migliaia di manifestanti (in assetto guerriglia) hanno manifestato per "entrare" in Europa. E le stanno buscando di santa ragione. È pronto Grillo a buscarle di brutto assieme ai suoi deputati e ai sostenitori? Qualora davvero lo fosse, dandone pratico esempio, inizi ad aprire le danze. Varchi non il Rubicone ma l’Eurotunnel della paura. Personalmente sono disposto (malgrado la terza età incombente) a seguirlo. Con la presenza fisica e, solo successivamente, pure con il voto.
Vincenzo Mannello