È di queste giorni la notizia della candidatura dell’Area dello Stretto tra Reggio Calabria e Messina a patrimonio dell’Unesco, un’iniziativa che in questi primi timidi annunci sembra avere una maggiore forza propulsiva da parte della sponda peloritana, vuoi grazie anche all’Assessore alla Cultura del comune messinese, il reggino Tonino Perna. «Eppure – esordisce Demetrio Cara, consigliere della Provincia di Reggio Calabria – negli ultimi anni non è mai mancato l’impegno a promuovere alcune sintesi di azioni condivise per rilanciare l’Area: in Europa, nei vari incontri tra le parti in causa. Lo Stretto e con esso le due Città, che a leggere gli ultimi provvedimenti del Consiglio dei Ministri, entrambe a breve diverranno Metropolitane, sono il veicolo di crescita per il territorio e le sue economie». Non solo cultura e ambiente, dunque. Cara sottolinea come «sia necessario individuare dei tavoli comuni in cui poter riuscire ad avere le giuste attenzioni per il più bel Stretto d’Europa sinora mortificato dalle discussioni pro o contro il Ponte. L’opera sicuramente avrebbe dato un valore aggiunto, oltre che implementare i livelli occupazionali per un trentennio, però non bisogna fermarsi alle solite dispute. Guardo con grande sollievo e speranza all’incontro tra il sindaco Accorinti e il Presidente Raffa che seppur lontani dal punto di vista politico hanno appalesato un’armonia di intenti per amore del nostro territorio. Reggio e Messina – prosegue Cara – possono e devono essere un’Area integrata di servizi, a partire dai trasporti dove a seguire le agenzie si legge la solita “soluzione – tampone” per la Metromare, fino a giungere ad un reale rilancio nel mercato siciliano dell’Aeroporto dello Stretto, ad oggi primo ed unico hub di conurbazione tra le due Città ». L’occasione della presentazione del progetto in Prefettura è stata forse l’ultima uscita pubblica di Vittorio Piscitelli, prefetto di Reggio Calabria. Un uomo di Stato che seppure verrà ricordato, infaustamente, come firmatario dello scioglimento del Comune per contiguità mafiosa, si è reso portavoce delle istanze cittadine e provinciali con la candidatura e la nomina della Varia di Palmi a patrimonio mondiale dell’Unesco, nonché la meno fortunata idea di Reggio come Capitale Europea della Cultura, per finire – quasi come un lascito morale – con la proposta dell’Area dello Stretto, anch’essa, come patrimonio Unesco. « Potremmo vivere di luce riflessa – sottolinea Cara – grazie al nostro territorio troppe volte bistrattato e tacciato di inferiorità in base a cliché inadatti che è in realtà una grandissima risorsa. Un grazie al Prefetto Piscitelli che, nel periodo del suo mandato in riva allo Stretto, è stato un interlocutore valido e instancabile. E un in bocca al lupo a Claudio Sammartino, fresco di nomina, col quale spero subito dopo il suo insediamento di poter fissare un incontro circa le tante potenzialità industriali che la nostra terra ha, ben consci della sua esperienza nel tarantino». Reggio e Messina, unite per rilanciare lo Stretto? «Sì, senza se e senza ma – afferma in conclusione il Consigliere Cara – siamo all’anno zero e bisogna ripartire non più con auspici e buoni propositi, bensì con azioni mirate. Perché il futuro non è una vetrina elettorale e unire lo Stretto poi non è così difficile».