Caso Ruggeri – Lettera aperta al mio amico Renato

Carissimo Renato, amico mio lo sarai sempre perché non ho mai confuso il ruolo personale con quello istituzionale, pertanto, memore delle lotte condivise e del reciproco rispetto cimentatosi negli anni, sul piano personale mi sento tuo amico a prescindere ma dal versante istituzionale che mi vede alla guida di un movimento sindacale di base, guidato dal BASSO, prima di confermare stima a Renato Sindaco ho bisogno di risposte nette, scevre dai doppi sensi del politichese che non ti appartengono.
CHI HA VOLUTO IL REINTEGRO DI ANTONIO RUGGERI ALLE DIPENDENZE DEL COMUNE DI MESSINA??? ERA NECESSARIO??? MESSINA NON POTEVA FARE A MENO DEL PLURI-INCARICATO DELLA LEGISLATURA BUZZANCA???
Da quanto mi è dato sapere la delibera di riammissione in servizio non era un atto obbligato, pertanto, ne devo dedurre che la commissione disciplinare e l’attuale staff dirigenziale hanno giudicato errata e penalizzante la determina disposta durante la gestione commissariale di Luigi Croce, che ordinava la sospensione cautelare dal servizio e dagli emolumenti del factotum della giunta Buzzanca, ed hanno ritenuto opportuno risarcire il malcapitato riammettendolo alle dipendenze del Comune di Messina. L’Uomo accusato di imposizioni dall’alto riabilitato durante l’amministrazione che vuol cambiare dal basso, mi sembra di vivere nel paese dei paradossi (sic!). Per evitare prevedibili ritorsioni mi astengo dall’entrare in merito ai capi d’accusa rivolti a Ruggeri, fin quando non si saranno esauriti tutti i gradi di Giudizio per la legge italiana impera la presunzione di innocenza ma nessuno può impedirmi di esprimere una valutazione morale sull’opportunità di riammetterlo in servizio durante l’amministrazione governata dal movimento “Cambiamo Messina dal Basso” che della trasparenza delle istituzioni ha fatto cavallo di battaglia elettorale. Visto dal ruolo sindacale che rivesto Ruggeri è stato controparte diretta di quel “basso” della società per cui io e te ci siamo sempre battuti, per poche migliaia di euro non ha esitato a rimettere per strada lavoratori svantaggiati (disabili, ex tossicodipendenti, ex detenuti…) che cercavano di riscattarsi con la società attraverso un lavoro saltuario pagato poco più di 400 euro al mese, mentre, secondo le accuse mosse nei suoi confronti, riusciva ad individuare le risorse collettive per pagare la sua lauta liquidazione e per la veloce carriere di qualche dipendente dell’ATO3 a lui vicina. Per carità, tutto da dimostrare, sono certo che Ruggeri ne uscirà assolto con tanto di scuse ma nell’attesa nessuno doveva assumersi l’onere morale di riammetterlo all’interno di quel Palazzo Zanca che lo ha visto nel ruolo di braccio armato di una giunta che tu, amico Renato, hai avversato in prima linea. LAVORATORI ANONIMI, PROVENIENTI DAL BASSO, HANNO PERSO IL LAVORO PER MOLTO MENO, qualcuno denunciato per aver rivendicato con forza il diritto ad un salario dignitoso e garantito, questi, per sopravvivere nell’attesa dei tre gradi di giudizio, non possono contare su liquidazioni stellari, sono ai confini dell’indigenza ma nessuno si assume la responsabilità di disporre il loro reintegro nel posto di lavoro e l’erogazione degli emolumenti, i datori di lavoro confermano la sospensione cautelare per “decaduti vincoli di fiducia”.
Invece, nella fattispecie di Ruggeri, l’ufficio provvedimenti disciplinari del Comune ha dichiarato che “esaminata la documentazione presentata dal dipendente… ha ritenuto che non sussistono le condizioni perché lo stesso continui ad essere sospeso dal servizio e dagli emolumenti”, neanche le condizioni cautelative previste dalla legge??? Penso che se la commissione disciplinare avesse avuto contezza dello sdegno che assale la cittadinanza al cospetto di tali meccanismi intrisi di vecchie dinamiche dure a morire, avrebbe facilmente evinto che non sussistono le condizioni, morali, politiche e civili… per rinnovare la fiducia ad un soggetto su cui gravano ipotesi di reati compiuti contro la Pubblica Amministrazione. Sono certo che la famiglia di Ruggeri al momento non abbia grossi problemi di sostentamento, pertanto, non si sarebbe scandalizzato nessuno se prima di prendere una decisione di tale impatto per l’immagine dell’Amministrazione che deve cambiare Messina dal basso, si fosse atteso il giudizio definitivo.
Caro Renato, ti conosco da sempre e immagino che l’evento bruci dentro di te almeno quanto brucia nella mente di quei lavoratori umiliati dalla carriera veloce di qualche collega o dei lavoratori svantaggiati licenziati per assenza di risorse; ti vedo prigioniero di una macchina ambigua che non ti appartiene, strumento inconsapevole di una entourage che a mio avviso non ha nessuna intenzione di cambiare Messina dal Basso e fa di tutto per mantenere le vecchie dinamiche calandole dall’alto; la stima e l’amicizia che confermo all’uomo Renato non possono e non devono impedirmi di denunciare i passi falsi di questa Amministrazione, sarei disonesto nei confronti della gente che mi onoro di rappresentare, pertanto, sconti a nessuno!!! Neanche al sindaco Accorinti che tuttavia ritengo capace di riposizionare la nave comunale verso la rotta del bene comune, dei diritti, della giustizia, della tutela degli ultimi, della partecipazione, del governo dal basso… SEI TU IL COMANDATE, SALI A BORDO CAZZO!!!
Con sincero affetto
Mariano Massaro