di Roberto Gugliotta
Quante cose sono accadute questa settimana a Messina. Ci sono grosse novità: il sindaco Accorinti ha finalmente espresso la sua opinione sulla Tares confortato dalla presenza illuminante del suo tutor, l’economista Guido Signorino e gli assessori Daniele Ialacqua e Nino Mantineo. Neppure il presidente del Consiglio Enrico Letta sarebbe stato più incisivo nel dare la colpa agli altri. Ovviamente tutti colpevoli tranne lui. Tutti maldestri a sperperare le risorse del Comune. "Noi non vogliamo sottrarci – ha evidenziato Accorinti – a qualsiasi errore su fatti e avvenimenti del nostro percorso; è corretto però ricordare che i 44 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti non sono assolutamente attribuibili a noi, bensì sono il frutto dell’attività amministrativa degli ultimi 40 anni. A nessuno di noi, amministratori e cittadini, piace stare in una città sporca con cassonetti stracolmi. Il nostro obiettivo futuro è pagare meno; l’unica strada perseguibile quindi, per risparmiare, è la realizzazione di un impianto di discarica in città. Da quest’anno sarà finanziato anche per metà popolazione il porta a porta e tutto ciò rappresenta un cambio epocale. Abbiamo riscontrato – aggiungono Signorino, Ialacqua e Mantineo – una mole enorme di debiti e contenziosi maturati negli anni tra Comune, AT03, Messinambiente, Tirrenoambiente, e nessun impianto di smaltimento rifiuti in città. I mezzi per la raccolta sono obsoleti (15-20 anni), i cassonetti ridotti di numero e in stato pietoso. I problemi organizzativi dell’ente gestore dei rifiuti hanno causato costi elevati per la gestione dell’intero sistema (piano economico-finanziario febbraio 2013 pari a 43.800.000 euro). I costi alti per il conferimento dei rifiuti fuori dal Comune ammontano a circa 10 milioni di euro per lo smaltimento nella discarica di Mazzarrà S. Andrea, più 2,5-3 milioni di euro per il trasporto, raggiungendo così la più bassa percentuale di raccolta differenziata d’Italia, pari a circa il 5-6 per cento, con sottoutilizzo delle isole ecologiche e dei cassonetti per la raccolta differenziata. Le cinque discariche emergenziali (Tripi Piani, Tripi Formaggiara, Valdina, Vallone Guidari, Portella Arena), da mettere in sicurezza, sono frutto della continua situazione di emergenza ordinaria nella gestione del servizio. Nonostante ciò l’Amministrazione comunale è riuscita a ridurre l’iniziale piano economico – finanziario di 1 milione 800 mila euro…". Per carità, la politica di una volta certamente peggiore dell’attuale. Sia detto subito, perché non ci sia nemmeno un’ombra di equivoco. Però se ritiene che colpa ci sia, Accorinti vada in tribunale a denunciare chi ha ridotto la città in povertà e faccia partire le azioni di responsabilità nei confronti degli ex amministratori; censisca chi ancora non è censito – si parla di oltre 20 mila contribuenti fantasma – e non sprema i cittadini onesti: altrimenti la sua rivoluzione è fuffa! La politica di una volta la si guardava poco e male: per evitare i travasi di bile provocati dalla sua compunzione ipocrita. Però si gettava un’occhiata nella speranza di quel qualcosa di interessante che qualche volta c’era. Oggi, neppure quella. Per le strade di Messina c’è gente stracciata. C’è gente mutilata dalla cattiva politica locale. C’è gente disperata, sporca, ansimante. Sono i messinesi che cercano di sopravvivere alla disfatta. Sono i danni provocati dalla politica attuale che non ha idee né creatività per rimettere in piedi il Municipio. Troppo facile spremere il cittadino. Oggi va in onda uno spettacolo ancor più cinico del precedente: ci sono i pretoriani del sindaco Accorinti che non fanno prigionieri. Sono spietati, con gli occhi illuminati dall’odio, che cercano di fare a pezzi chi non condivide la loro fede. Ecco perché oggi bisogna marciare a testa alta e senza cadere nel loro gioco fatto di provocazione e pettegolezzo. Nessuno naturalmente ha voglia di vedere uno spettacolo crudele in città mentre la gente non arriva alla metà del mese… Ma nessuno vuole nemmeno dimenticare sempre – e comunque – le cose sgradevoli. Tanto sa benissimo che non ci riuscirebbe. Gli tornerebbero in sogno – in forma di incubi – la notte. Una di queste cose sgradevoli è la sindacatura Accorinti. Ecco il punto: Accorinti non è il sindaco adatto a guidarci verso la salvezza. E’ per la guerra anche se verbalmente plaude sempre alla pace. Ma alla prima occasione lui e la sua milizia sono pronti a correre: per fare o farci fare a pezzi.