Da anni il Movimento Nazionale Giovani Imprenditori dedica gran parte della propria azione all’elaborazione di proposte concrete per lo sviluppo socio-economico del paese e all’individuazione di canali di dialogo e collaborazione con le Istituzioni. Nelle ultime settimane, di fronte al prolungato mancato riscontro da parte delle Istituzioni, il Presidente Jacopo Morelli insieme con tutti i Giovani Imprenditori di Confindustria Nazionale hanno dibattuto a lungo al proprio interno, sui territori e a livello centrale; di fronte a questa profonda crisi, il cortocircuito decisionale del Governo e del Parlamento è evidente, così come il grave cortocircuito occupazionale nel quale il Paese si sta incagliando, con i giovani che non trovano lavoro e i cinquantenni che lo stanno perdendo senza riuscire a ricollocarsi nel mercato.
“E’ stata data fiducia alla classe politica di questo Paese, in attesa di un cambiamento che ancora tarda ad arrivare, – afferma Simona Caratozzolo, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Messina – adesso sono improrogabili risposte serie ed efficaci alla crisi, perché l’Italia tutta è allo stremo. Il fallimento di tante imprese è un durissimo colpo alla nostra economia nazionale, in termini di perdita di ricchezza e di posti di lavoro, che sarà difficile da colmare quando finalmente arriverà la ripresa. Servono poche azioni e concrete: la riduzione drastica delle tasse su imprese e lavoro, la semplificazione burocratica, la maggiore certezza del diritto, una nuova legge elettorale che configuri la responsabilità della classe politica e la stabilità del Governo”. Sono queste le richieste che i Presidenti regionali e territoriali dei Giovani Imprenditori di tutta Italia, nello stesso momento, stanno presentando ai parlamentari espressi dal proprio territorio. “Vogliamo anche riaffermare la centralità dell’impresa per la creazione di benessere nel Paese. – conclude il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Messina – Oggi dobbiamo fare i conti con una caduta della domanda interna del 21%, contro una media UE del 4,3, e con 40 posizioni di differenza rispetto alla Germania in termini di competitività e attrazione dell’economia. Con un fisco da confisca e una giustizia incerta e lunghissima. In queste condizioni non c’è legge di stabilità che tenga: noi non riusciamo ad assumere e produrre. E’ necessario agire per crescere, per ridare il lavoro ai giovani e la capacità progettuale alle nostre famiglie; e chi governa ha il dovere di farlo adesso”.