Caro direttore,
il problema è nella città e nei suoi concittadini che non sanno immaginare un futuro, lontano dalla porta del raccomandatore, per scavalcare chi hanno d’avanti in barba alla competitività. Bisogna cambiare il modo di pensare per cambiare gli obiettivi da raggiungere. Bisogna rendere estramamente avvincenti le occasioni che solo il privato può procacciare, limitando e declassando quei meriti "professionali" che giungono dal palazzo. Per arrivare a ciò (in vero i politici ce la stanno mettendo tutta) bisogna rendere il bene pubblico, un luogo da cui allontanare gli appetiti, in modo che, chi ci entra, non vedra l’ora di venirne fuori.
Alessandro Fumia