È arrivata in questi giorni la risposta all’interrogazione rivolta dal deputato messinese del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva al Ministro dell’Interno Angelino Alfano.
Nell’interrogazione veniva chiesto se il Ministro ritenesse rispettati gli obblighi derivanti dalle attuali normative in tema di immigrazione e di tutela dei fondamentali diritti umani, se la città di Messina fosse mai stata individuata come centro di smistamento per i richiedenti asilo politico e, infine, quali iniziative il Ministro intendesse assumere per fornire un’adeguata ospitalità ai migranti, anche nel rispetto del regolamento (UE) n. 604/2013, cosiddetto «Dublino III», con particolare riferimento alla tipologia di strutture adibite per l’accoglienza di queste persone e rispettivi finanziamenti.
"Dalla risposta del sottosegretario – afferma D’Uva – si evidenzia come sia intenzione del Ministero terminare al più presto i lavori di ampliamento del centro di accoglienza di Lampedusa nonché istituire ex novo un centro di accoglienza in località S.Giuliano di Puglia. Contestualmente si cercherà di potenziare il sistema Sprar, ampliando il numero di posti attualmente garantiti, fino a raggiungere una quota di 16.000 posti in prima accoglienza. Nessun esplicito riferimento viene fatto in merito alla possibilità di istituire un centro di accoglienza nella città di Messina, facendoci pensare ad un silenzioso diniego da parte del Ministero. Tuttavia, alla luce della nota del 28 dicembre del Ministero della Difesa in cui la caserma di Bisconte viene identificata come possibile centro di accoglienza, secondo la quale si prevede che “In relazione al tema della necessità di ospitare gli immigrati in un luogo idoneo, il Ministero della Difesa rende noto che ha già provveduto nei giorni scorsi ad individuare un immobile, la caserma “Gasparro Masotti” di Messina in località Bisconte, informando il Ministero dell’Interno, e tale spazio, nei tempi della cessione da parte del Demanio, potrà transitare nella disponibilità del citato Ministero in modo da ottemperare alle necessità di queste ore”, occorrerà fare al più presto chiarezza.
In merito alla tendopoli di Messina – continua D’Uva – è stata effettuata una richiesta di accesso agli atti, rivolta alla Prefettura, in seguito alla quale sono entrato in possesso dei verbali relativi ai sopralluoghi effettuati presso le possibili strutture da adibire a centro di accoglienza, nonché dei verbali ispettivi redatti dall’azienda sanitaria provinciale (ASP) e dai vigili del fuoco nel periodo compreso tra il 7 ottobre e il 9 gennaio.
Dall’analisi di questi documenti – conclude D’Uva – è stato possibile verificare che nelle tre ispezioni effettuate da tecnici della prevenzione e dirigenti medici dell’ASP nelle date del 25/10/13, 28/12/13, 07/01/14 sono stati riscontrati problemi di natura igienico sanitaria e di sicurezza sia nell’allestimento del PalaNebiolo sia nella tendopoli. Rileviamo anche che in un caso (il 29/12/2013) è stato impedito l’ingresso ai tecnici della prevenzione per effettuare una nuova ispezione all’interno dei bagni che servivano la tendopoli, atteso che i documenti riportavano tale informazione: “Si comunica che in data 29/12/2013 non è stato possibile effettuare un ulteriore sopralluogo in quanto il responsabile della sicurezza del campo non ha consentito l’ingresso alla struttura”.
Nel verbale di ispezione del 07/01/14 i dirigenti dell’ASP dichiarano quanto segue: “Le tende sono montate sul terreno da gioco che allo stato attuale, nonostante le ultime precipitazioni meteoriche risalgano a circa due giorni addietro, si presenta in gran parte ancora ricoperto di fanghiglia e con vasta raccolta di acqua meteorica. È presente una grande tenda di circa 180 mq destinata a refettorio e per incontri e attività sociali, dotata di impianto di riscaldamento. Tra questa e le tende è presente una passerella in legno non adeguata a garantire il collegamento tra le varie strutture. Tale situazione costituisce ovvio disagio per gli ospiti e per coloro che li assistono, con pregiudizio delle condizioni igieniche (fango e sporcizia) e potenziale pericolo di infortuni da scivolamento. All’interno della tenda refettorio il pavimento, costituito da alcuni insufficienti teloni di plastica che lasciano scoperti ampi tratti di terreno, non garantisce idonee condizioni di vivibilità e di igiene all’interno della struttura (polvere, carenza di condizioni igieniche adeguate per un ambiente dove vengono somministrati e consumati i pasti e impossibilità a mantenere pulito l’ambiente, possibili infiltrazioni di fango e pioggia in caso di eventi meteorici)” ed in conclusione affermano: ”sulla base di quanto si è potuto osservare allo stato attuale, si ritiene che gli inconvenienti igienici rilevati, se non rimossi con sollecitudine, possono costituire potenziale causa di nocumento per la salute degli occupanti”.
I vigili del fuoco avevano inoltre ravvisato la possibilità di formazione di pozzanghere all’interno del campo. (08/11/2013) “Si ritiene tuttavia necessario segnalare che, come riferito anche da personale addesso alla manutenzione della struttura una parte del campo sportivo potrebbe essere soggetta ad allagamenti in caso di forti piogge e pertanto, qualora sia necessario utilizzare anche tale porzione del campo, occorre predisporre dei lavori per facilitare lo scolo delle acque piovane”
Alla luce anche di quanto riscontrato, anche grazie alle visite ispettive sopra citate, ritengo che il Prefetto di Messina debba, quale suo primo atto, ordinare l’immediato sgombero nonché la contestuale dismissione della tendopoli, rivelatasi luogo assolutamente inadatto ad ospitare un qualsivoglia centro di prima accoglienza. È necessario ricordare come la stessa prefettura di Messina abbia recentemente emesso un bando andato deserto, per l’identificazione di nuove aree da utilizzare quale centro di prima accoglienza. Dalla lettura dei requisiti previsti dal bando possiamo oggi affermare con certezza che il luogo da molti indicato come possibile soluzione, e cioè il complesso "Le Dune", vada escluso dal novero delle possibili scelte, atteso che il Sindaco di Messina avesse pronta l’ordinanza di requisizione dello stabile.
Dalle carte in nostro possesso è possibile verificare come Messina non abbia a oggi alcuna struttura adatta da destinare a centro di accoglienza temporanea. La Prefettura di Messina non può infatti destinare alcuna struttura che non rispetti i fondamentali principi in materia di accoglienza e di tutela dei diritti umanitari. Non possiamo limitarci ad ospitare i migranti, ma dobbiamo sforzarci di individuare sistemazioni che rispettino i loro essenziali diritti di esseri umani, cercando delle soluzioni che garantiscano il principio di accoglienza secondo giustizia e tutela dei diritti civili, piuttosto che di accoglienza a norma di legge. Sarà opportuno effettuare tutte le operazioni richieste nel più breve tempo possibile al fine di evitare che il sopraggiungere di una nuova emergenza possa essere motivo di ulteriore utilizzo della tendopoli che, intendo sottolinearlo ancora, deve essere immediatamente smantellata."