L’INCONCLUDENZA DI GRILLO

Ieri abbiamo assistito all’arroganza pretestuosa e volgare di Grillo nell’incontro in diretta con Renzi. Oltre al metodo “antidemocratico” da lui esercitato, non ne condivido i contenuti per diversi motivi:
– pensa Grillo con questi metodi di riuscire ad ottenere un risultato strabiliante alle prossime elezioni? Si sbaglia di grosso, non ce la farà mai a superare la soglia del 50% in Parlamento, anche col premio di maggioranza, perché non tiene conto dello “zoccolo duro” dei vari partiti (che nonostante tutto gli Italiani continueranno a votare, un po’ per affezione e fedeltà, un po’ per consuetudine, un po’ per convenienza) e dell’avvento del “ciclone Renzi”;
– per questo da solo, seguendo le regole democratiche, non riuscirà mai a cambiare un bel niente, a meno di fare una “rivoluzione” non solo verbale ma “armata”, come si addice ad un vero rivoluzionario (ma sappiamo bene come sono gli Italiani, che gridano, protestano, ma quando si tratta di passare all’azione per la maggioranza si tirano indietro);
– l’unica personalità di rilievo che attualmente impersona il cambiamento, non solo a parole ma con un programma di Riforme ben articolato – bisogna ammetterlo – è quel toscanaccio di Renzi, a Grillo forse in certo qual modo affine, e che forse per questo lui si ostina ad avversare, vedendolo come un concorrente, mentre farebbe bene ad appoggiarlo o almeno non contrastarlo così aspramente dal momento che cerca di portare avanti un discorso simile al suo ma con metodi diversi, restando nell’ambito della democrazia parlamentare;
– se Renzi vuol costruire, è ormai chiaro che al momento Grillo vuole solo distruggere. Da una parte c’è la concretezza e la positività di Renzi, col suo programma di riforme per cambiare l’Italia, dall’altra c’è solo l’astrattezza, l’utopia e l’inconcludenza di Grillo, che vorrebbe anche lui “rottamare” tutto ma non ci dice poi cosa vuol fare una volta conquistato il potere: una “dittatura del proletariato”, una “dittatura personale”, una “repubblica del Web”, o che altro? Nessuno lo sa, o almeno io non l’ho ancora capito. Personalmente dubito di questi salvatori della patria, che non vogliono confrontarsi con nessuno e che vogliono dettare solo la loro legge, sia ai loro adepti che agli altri. Potranno anche riscuotere un certo consenso, ma effimero, tra il popolo illudendolo con promesse che non riusciranno poi a mantenere. Perché piuttosto Grillo non pensa di mettere a frutto il consenso fin qui ottenuto sostenendo almeno alcune di quelle Riforme che Renzi cercherà tra mille difficoltà di portare avanti, facendo votare dai suoi in Parlamento di volta in volta quei provvedimenti che riterrà utili per il Paese, anziché mettergli sempre il bastone tra le ruote? Perché questo vorrebbe, ne sono sicuro, la maggioranza degli elettori che lo hanno votato. E che, così facendo, certamente scontenterà perdendo buona parte di quell’ampio consenso che sull’onda della protesta aveva ottenuto.

Giovanni Dotti