di Roberto Gugliotta
Nel mese di gennaio il tasso di disoccupazione è pari al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti nei dodici mesi: si tratta del top dal 1977. Lo comunica l’Istat. Il numero di disoccupati è pari a 3 milioni 293 mila, aumenta dell’1,9% rispetto al mese precedente (+60 mila) e dell’8,6% su base annua (+260 mila).
Questi rivoluzionari messinesi sono inaffidabili. L’affermazione pone imbarazzanti interrogativi e qualche riflessione. Domanda conseguente: Daresti ancora la città in mano ad Accorinti? E subito vengono in mente altri quesiti ingombranti, esempio: chi nasconde i fallimenti del sindaco? Chi lo consiglia a simili sceneggiate? Chi lo tiene in sella? Mentre provate a riflettere per rispondere, l’Istat ci informa che il tasso di disoccupazione è in aumento ma la cosa non sembra preoccupare la politica locale se gli argomenti da trattare sono altri: il lavoro è per i bisognosi, la politica per i ricchi camerieri. E così vi chiedo: fuffa o rivoluzione? Gad Lerner di passaggio in città ha fatto sapere che Accorinti è un gran figo di rivoluzionario: contento lui… magari lo afferma perché ha il “culo” di vivere altrove, non nella caotica Messina. Nella città di Accorinti poche cose funzionano e in questo i politici hanno non pochi meriti, e gli estimatori e i beneficati non mancano di sottolinearlo, ma sembra che, della parola data, propongano vaghe interpretazioni. E il Consiglio comunale sembra non voler disturbare il regista della rivoluzione dal basso. Qualcuno penserà che si comportino così per il bene della stabilità, con un vivo senso della messinesità… forse o magari, è solo furbizia e poi in questi mesi di Aministrazione Accorinti hanno proposto tante rivoluzioni, senza realizzarne neppure una, ma le intenzioni erano sicuramente nobili. Però sul lavoro, che disprezzo per gli altri: si fa melina. Non ho trovato nulla di rivoluzionario rispetto al recente passato. E questi giochi con l’Università per i posti e per le cariche, meglio se retribuite… che tristezza! Che sia questa l’idea di lotta al precariato, di abbattimento del tasso di disoccupazione? Proverò, anche se a fatica, a essere ottimista come Lerner. Chissà mai…