di Roberto Gugliotta
L’importanza di chiamarsi Renato Accorinti ha lasciato tracce molto profonde su questo nuovo corso politico – cultuare – religioso della città. Da osservatore resto sgradevolmente sorpreso dai consensi che questa Giunta rivoluzionaria (?) ha catturato non tra i cittadini bensì nei salotti bene quasi fosse apparso l’angelo del Signore, in ossequio a un vecchio amore riscoperto: città = bene sociale! Anche la Chiesa ha regalato la sua benedizione al profeta No Ponte: la Vara è stata una straordinaria interpretazione di unione sacro e profano. Credo che in questa ritrovata smania di gratificare il sindaco rivoluzionario giochino molti fattori emotivi: è una politica di Sistema che ha cambiato strategia, che si è assicurata anzi faticosamente il più grande e il più famoso in città: il profeta No Ponte!. L’esordio del nuovo corso "deve" comunque essere giudicato geniale perchè cade sulle rovine delle mosse passate. Ma sullo slancio sembra quasi si sia sconfinato in una specie di resoconto tifoso, in un piacere inconscio di poter essere finalmente più realisti del re. Nientedimeno. Tutto rivoluzionato in un paio di mesi? Ma non c’erano anche un bel po’ di schiavi, in questa città ammalata di democrazia? Possibile? Ma no, che dite… Gli schiavi? Ma no. Ma non scrivevano a comando? Ma quando mai, non mi risulta. Altro che nuovo giorno … è notte fonda.