Per chi non lo avesse capito la strategia di attacco alle pensioni è chiara da tempo. Si parte dai vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali sui quali l’attacco è facile essendo brutti, sporchi e cattivi (chissà chi li ha votati). Poi si passa alle pensioni d’oro e, anche in questo caso, l’assalto è agevole. Sarà poi la volta delle pensioni baby, che ci costano ogni anno 9,5 miliardi di euro, che suscitano sdegno. Si arriva, quindi, alle pensioni retributive, quelle calcolate mediamente sull’80% dell’ultimo stipendio, per poi finire a quelle contributive. Il sistema previdenziale complessivo costa 270 miliardi l’anno, cifra che fa impallidire quella dei vitalizi, ma è una torta sulla quale la pala governativa può ricavare sostanziose porzioni. Insomma, il sistema così come è non regge più. Da ricordare, però, che i pensionati sono quelli che risparmiano e quindi investono (titoli di Stato, borsa, case, ecc.) e, spesso, sostituiscono lo Stato nell’assistenza a figli e nipoti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc