Plaudo allo spririto di due giovani del PD che – in queste ore – hanno raccolto la sfida del futuro del partito. Si chiamano Armando Hyerace e Giuseppe (Giuppi) Siracusano. Con loro probabilmente tanti altri giovani e meno giovani, iscritti, militanti, simpatizzanti PD della città e della provincia. A loro – che confido possano unirsi nell’appello alla unità dei riformisti del PD (tutti "partiti democratici" anche se ciascuno con bagaglio chi popolare, chi cristano-sociale, chi socialista, chi liberale) che da più parti sta elevandosi – rassegno una considerazione.
Sul piano della esegesi è deformante ogni eventuale tentativo di circoscrivere il bubbone interno al PD al solo ambito finito sotto la lente di ingradimento della magistratura inquirente. Distiinguiamo tra processo giudiziario e processo politico. Rammento che tutti i congressi provinciali e comunali del PD messinese sono stati definiti, chiusi e consumati nell’accordo totale tra c.d. maggioranza di partito e c.d. minoranza di partito. In verità, tutti maggioranza nel proteggere gli eletti e nell’avvitarsi attorno a ruoli predefiniti. Tutti maggioranza nel non aprire il partito al confronto interno ed esterno. Tutti maggioranza nell’enfatizzare i c.d. "ventimila voti" senza contemplare tutto il consenso depauperato dalla assenza di iniziativa politica. Tutti maggioranza … i deputati che hanno frapposto il veto alla selezione e formazione della classe dirigente. Tutti maggioranza … i deputati che ancora sino a una settimana fa si riunivano in conclave beffando tutti quelli che credevano e rivendicavano "agibilità", "inclusività", "apertura".
Il passo indietro lo devono fare proprio tutti. Il passo indietro lo dobbiamo fare proprio tutti. Se tutti andiamo nella direzione di ri-costruire dalla fondamenta il PD messinese contribuiremo ad affermarne valori, ideali, progetti. Se taluno immagina di ritagliarsi sfere di autoimmunità ergendosi a censore, pubblica accusa, giudice di una esperienza spargerà solo crassa ipocrisia. Messina, città e provincia, ripeto non chiede "quale PD" ma "quale Messina per il PD".
Emilio Fragale