Gli arrivi dei migranti e dei richiedenti asilo presso le coste siciliane continuano. La domanda sorge spontanea e cioè dove finiranno tutti questi uomini e tutte queste donne "raccolti" direttamente nel Canale di Sicilia da Mare Nostrum? Molti sono minori non accompagnati e donne in stato di gravidanza. Una situazione difficile che continua ad essere fronteggiata con i soliti sistemi militari. Vengono portati nella provincia di Augusta e di Siracusa in centri allestiti in strutture inadeguate all’accoglienza e negli ultimi mesi anche a Pozzallo e a Messina. Le strutture adibite sono spesso delle strutture sportive o la tendopoli come quella di Messina.
Una politica all’insegna della non accoglienza e che rivela la scelta di controllo e di repressione, non riconoscendo un minimo di dignità anche nel primo soccorso. Infatti, assistiamo ormai da alcuni mesi alle operazioni “Mare Nostrum”, al salvataggio in mare che non contrasta l’immigrazione la controlla e la reprime. Basti pensare che sulle navi durante le operazioni ci sono funzionari del Ministero dell’Interno e spesso interpreti inviati dai consolati dei paesi di provenienza. Da mesi questo avviene nel mar Mediterraneo e in molte delle città siciliane vengono allestiti campi in cui vengono costretti a vivere fino a 1000 persone, in condizioni al limite della sopravvivenza. Giovani tra i 18 e i 25 anni costretti a vivere una quotidianità che non dà molte speranze per il loro futuro. Sono in attesa di essere trasferiti e spesso sono trasferiti in situazioni ancora più difficili. Si sono persi molti mesi e nessun governo nazionale e locale coinvolto nell’accoglienza sta programmando progetti in cui si fanno partire altre strutture come ad esempio gli SPRAR o reti di accoglienza volte all’inclusione e non all’emarginazione. Invece si sono aperte pala sport, costruite tendopoli, aperte masserie. Ecco il sistema accoglienza che vige in Sicilia. E il governo Renzi e i suoi ministri preposti alla gestione della materia, non fornisce dati esatti né notizie utili per predisporre un vero sistema di accoglienza. Anzi continuano le circolari inviate dal Ministero dell’Interno alle Prefetture che preannunciano altri arrivi. Il governo è in ritardo sulla realizzazione di strutture adeguate all’accoglienza dei richiedenti asilo. Ma sappiamo anche che le stesse prefetture a livello territoriale non si presentano a tasche vuote davanti ai Comuni, alle cooperative sociali per trovare una soluzione. Infatti si avvalgono del famoso finanziamento dell’Unione Europea che prevede un corrispettivo di circa trenta euro a richiedente asilo. Di fronte a questa politica è chiaro che i richiedenti asilo sono un bel business da gestire e sicuramente è certo che ai migranti non entra un euro in tasca perché tutto va a favore dei gestori. E’ necessario un cambio di rotta e le stesse comunità locali non devono accettare i patti che vuol firmare il governo nazionale in materia di accoglienza. E questo è solo uno degli aspetti che riguardano la materia. Come abbiamo detto la gestione dell’accoglienza finora realizzata a Messina è inaccettabile. Il governo Renzi non ha alcun interesse a operare né cambiamenti né reali controlli su come vengono gestiti i fondi nei vari centri di primo soccorso fino alla tragica situazione dei CARA, come quello di Mineo. Alfano ha visitato Messina e ha parlato di accoglienza. Da alcune settimane il primo cittadino di Messina parla di ripristinare l’ex caserma di Bisconte per farla diventare un centro per l’accoglienza. La struttura stessa dell’ex caserma chiama inevitabilmente associazioni con altre realtà come quella su citata del CARA di Mineo, diventato ormai quasi un ricettacolo di esseri umani costretti a vivere in condizioni drammatiche nell’attesa di essere convocati dalle commissioni d’esame. Non ci sono elementi che ci possano far pensare o far credere che ci si voglia orientare in un’altra direzione, proprio perché lo stesso governo Renzi non ha mostrato un cambio di linea ed è palese che tra ritardi e vari disinteressi, in questi mesi non si è lavorato per l’allargamento del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Anzi le oltre 4000 persone che attualmente sono presenti in Sicilia continuano a essere stipati in centri e tendopoli. E’ necessario attivare tavoli di coordinamento che finalmente affrontino la situazione e non nella solita maniera emergenziale, ma umana, in linea con gli standard europei della prima accoglienza, con l’utilizzo di sprar o reti solidali che accolgano un numero di persone che possano vivere in situazioni dignitose. Va chiesta maggiore trasparenza nella gestione dell’accoglienza e soprattutto auspichiamo un maggior confronto con il sindaco Accorinti attraverso un incontro pubblico con vari soggetti presenti sul territorio, affinché si discuta sulle strutture di accoglienza.
Circolo “P.Impastato” – Rifondazione Comunista Messina