Soldi ai partiti e sovraindebitamento dei cittadini

E’ di oggi la notizia che l’Agenzia delle Entrate ha già preparato la scheda e le istruzioni per destinare il due per mille dell’Irpef a favore di un partito politico. La scheda, fanno sapere, è improntata alla massima semplificazione per i contribuenti, che possono effettuare la scelta direttamente utilizzando i servizi web dell’Agenzia delle Entrate. E’ invece dal 2012 che le persone e i soggetti sovraindebitati aspettano i decreti attuativi per l’istituzione degli organismi di composizione cui il consumatore dovrebbe rivolgersi per evitare situazioni che, talvolta, portano le persone anche al suicidio. Sovraindebitati sono coloro che, esclusi dal fallimento, hanno debiti a cui non possono far fronte. Di sovraindebitati il nostro Paese ne è pieno. Noi li contiamo ogni giorno nelle file di coloro che chiedono aiuto ai nostri uffici e nelle lettere di coloro che ci scrivono. Situazione a cui, per il momento, mancando i decreti attuativi che dovevano essere fatti entro 90 giorni dall’approvazione della legge nel 2012, possiamo solo rispondere di rivolgersi ad un professionista, che dovrà assumersi oneri e rischi non indifferenti, a fronte di un compenso che potrebbe essere molto basso; quindi non sarà facile trovare professionisti disponibili a farsi carico di assistere i consumatori in queste complicate procedure. Ci sono, quindi, necessità di seria A e necessità di serie B. Evidentemente i soldi ai partiti rientrano nella serie A, per cui i metodi per farvi fronte sono anche semplici, e necessità che non solo sono di serie B, ma i metodi per farvi fronte sono complicati e praticamente impossibili da usare. Ma cosa ci voleva e ci vuole a emanare i decreti attuativi e riportare nella legalità civica, umana e psicologica tante persone in situazioni disperate? Ma, se avevamo bisogno di una conferma, questa è una ennesima conferma che spesso nel nostro Paese esistono, sulla carta, medesimi diritti, ma le logiche per farli valere sono due, e la vittima è sempre la stessa: il suddito.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc