di Roberto Gugliotta
Messina 2014. I mozzi ricordino che per fingersi comandanti non basta cambiare copricapo…
I mafiosi, i potenti e i doppiogiochisti sono persone complicate e grigie. Loro tessono trame ardite e intricate. Noi, invece, siamo gente semplice. E allora, tanto per chiarire, non lanciamo la penna in pindarci voli. Ci accontentiamo della lineare semplicità dei fatti. Dove le parole dei corrotti, dei venduti, influenzano il corso della storia e chi è con la schiena dritta lo si colore delinquente. Io torno a meravigliarmi perché non me ne faccio una ragione. Io voglio espatriare. È un sentimento che parte dallo stomaco. Voglio democraticamente cambiare cittadinanza. Le elezioni sono espressione di democrazia e touché, riconosco la democrazia del popolo cui faccio parte: il popolo sovrano ha deciso che vuole il Profeta No Ponte ma anche la Lobby dello Stretto per abolire il merito, aumentare le tasse, la non concorrenza, il senso di smarrimento, la legalità e uccidere la speranza di un futuro migliore. Adesso mi si dirà che è il solito snobismo di chi non capisce e non ha mai capito la portata rivoluzionaria del messaggio dal basso. Mentre tutte le ricerche ci sputano in faccia che siamo un popolo di sottopagati e indebitati e preoccupati del costo della pasta e allarmati per il futuro e depressi e soggetti a una frammentazione fotografata dal Censis come “mucillagine sociale” – il che, già nel nome, suggerisce l’idea di andare ad acquistare di corsa un biglietto solo andata per la Nuova Zelanda dove ci sono gli All Blacks – lo schermo televisivo locale che è tutto un programma – restituisce ancora l’osteria dell’incivile politico dove sono volati insulti e sputi e gesta indegne nei confronti dell’eroina Nina Lo Presti. Forse mi lascio suggestionare. Forse è solo il gioco naturale della politica con la complicità dell’informazione. Allora è meglio sdrammatizzare. Se la parola è più forte della spada, vuoi vedere che un sms galeotto è più forte d’una condanna?