di Nicola Currò
La sciagura abbattutasi sulla Sicilia ieri ha prodotto il secondo governo (si fa per dire!) guidato (si fa per dire!) dal satrapo pappagone. Con lo scorrere del tempo prende sempre più evidenza e forma ciò che la Sicilia sta divenendo: una grande impostura. E’ evidente come le sinistre al governo non riescano a produrre altro che menzogne e malandrinerie varie. Il rimpasto di ieri avrà conseguenze pesantissime per la città di Messina, oltre al fatto che nessun messinese è presente nella nuova giunta. Crocetta dunque sconfessa se stesso, il quale all’indomani delle elezioni regionali dichiarò che la provincia di Messina, risultata determinante per la sua nefasta elezione, gli era entrata nel cuore al punto da stabilirne la residenza. Il rimpasto di ieri assieme alle vicende giudiziarie (pilotate proprio da Palermo!) che vedono coinvolto l’on. Genovese avranno pesanti ripercussioni su Messina. La più evidente conseguenza, che la mancata conferma di Nino Bartolotta produrrà, sarà la totale disintegrazione del Pd cittadino. Senza più Genovese, ma con Bartolotta ancora nella veste di assessore il Pd avrebbe potuto tentare un’aggregazione attorno a una figura autorevole e politicamente anche capace. Venendo a mancare tale ruolo è inevitabile che si apra una forsennata caccia al posto e al ruolo che condurrà dritti dritti alla fine dell’esperienza democrat in riva allo Stretto. Senza Bartolotta e Genovese nei propri ruoli Messina non ha più nessun tipo di rappresentanza, né a livello regionale tantomeno sul piano nazionale. Di tale sfascio sono responsabili tutti, anche i renziani che ieri, per evidenti problemi giudiziari pendenti in capo ad alcuni di essi, hanno appoggiato Crocetta andando anche contro il neo segretario regionale del Pd. Volevano far fuori Genovese, ma hanno finito per uccidere Messina.