di Roberto Gugliotta
Non ho votato alle ultime Amministrative per Renato Accorinti e neppure per Felice Calabrò. Sono per questo scomodo? Non faccio il tifo per i rottamatori da bar, nè invoco la santità che penso, in tutta sincerità, di non meritare e non mi piace il codazzo e allora? Sono per questo scomodo? Una frase che da piccolo mi sentivo ripetere spesso è: "Un giorno parleranno le pietre", ma è augurabile che il prodigio si verifichi il più tardi possibile, perchè ne avrebbero da raccontare su questa brava gente messinese. Sostengo ciò per il semplice fatto che chi trae grandi guadagni dal proprio lavoro farà di tutto per non perderlo. Oggi la città rivoluzionaria dal basso odora di muffa, vige la prepotenza e di basso c’è solo l’intrigo. Ma quello che mi fa più schifo – mafia dei colletti biancahi a parte – sono quei servi, che si fanno in quattro per calunniare chi non è come loro così da poter continuare a intascare la commissione del padrone (prima di tutto la pagnotta!). Ricatti e ricattatori l’altra faccia del caso Messina. In queste righe c’è lo stato d’animo di una persona scomoda: che sta fra la sfiducia, il disprezzo e la rassegnazione. Al cittadino messinese – oggi più di ieri – dico non credete ai nuovi paladini non ricercano la verità ma solo la vendetta. Chiudete gli occhi e soprattutto tappetevi le orecchie.