Berlusconi pur con le sue esagerazioni e le “sparate” da campagna elettorale (ha assimilato Grillo a Hitler, Stalin, Pol Pot, Pyongyang) mi sa che ha colto nel segno: vede nella figura di Grillo rispecchiato se stesso, con gli stessi attributi che gli sono propri nel bene ma anche e soprattutto nel male. L’ambizione, la caparbietà, la tenacia, ma anche la furbizia e l’ambiguità, l’astuzia e l’inganno, la teatralità tragi-comica (per non dir peggio), l’egocentrismo, la megalomania e la sete di successo e di potere. In altre parole vede in Grillo una certa somiglianza con se stesso, riscontra in lui quelle stesse doti che lo hanno sempre contraddistinto e che lo hanno portato al successo, e per questo lo detesta e lo teme .
Se quindi da una parte vede in Grillo un pericoloso concorrente per “similitudine”, dall’altra vede in Renzi un temibile avversario per motivi opposti: chiarezza e onestà delle intenzioni e dei programmi e soprattutto coraggio, serietà e determinazione nel portarli avanti guardando più agli interessi del Paese che dei propri. Pertanto sa di trovarsi tra due fuochi di opposta tendenza, e si agita scompostamente insultando ora questo ora quello per cercare di bruciarsi di meno. Perché sa che politicamente ha ormai le armi spuntate ed è in fase decisamente calante, ma tuttavia cerca affannosamente di restare a galla.
In campo quindi restano praticamente due soli veri rivali: Renzi e Grillo. Agli Italiani dunque la scelta: se stare con chi vuole il cambiamento nella chiarezza, nella legalità e nella democrazia, o affidarsi al nuovo Berlusconi che sbraita e sproloquia dicendo di voler sfasciare tutto e promette di cambiare l’Italia a suo modo, imponendo i suoi diktat ed instaurando il suo regno, cioè un “regime” di tipo populista e un po’ fascistello, come già ne abbiamo visto in passato. Da una parte una gioventù seria, intelligente, onesta e preparata intenzionata a “cambiare verso” a questo povero Paese, dall’altra una gerontocrazia arrogante, prepotente e autoreferenziale, che vorrebbe andare al potere col suo manipolo di yess-men senza nemmeno dirci poi cosa i farà.
Perché se Grilo e Casaleggio hanno fondato il Mov. 5 Stelle sulla giusta protesta contro un sistema degenerato e corrotto, finora non hanno ancora presentato alcun programma preciso ma hanno saputo solo attaccare pretestuosamente l’attuale Governo su qualsiasi provvedimento, anche sulle buone cose che in pochi mesi, tra mille difficoltà, ha cercato di fare. Personalmente non mi fido di chi solo protesta senza mai nulla proporre e rifiuta ogni collaborazione, e sopratutto preferisco un sistema democratico pur con le sue pecche ad un “salto nel buio”, cioè ad un sistema autoritario dal futuro “ignoto” a guida Grillo-Casaleggio.
Giovanni Dotti