Noi popolo messinese abbiamo sempre avuto un rapporto molto sofferto con i principi di economia. Fin dalla formazione, visto che la scelta di iscriversi al corso di laurea in Economia e Commercio viene assunta, presso la nostra Università, se non dai meno capaci, quanto meno da chi non voglia fronteggiare impegni di studio troppo gravosi. Tendiamo quindi ad assumere, ogni volta che si tratta un tema economico, un atteggiamento di insanabile diffidenza, anche rispetto a chi denuncia anomalie di sconcertante evidenza. Del resto a Messina, città dove la emergente imprenditoria della Cooperazione è diventata il nuovo cavallo di Troia del capitalismo, qualsiasi replica è plausibile per chi difenda operazioni finanziarie, condotte da parte di Enti, Società miste, Aziende di Stato, che hanno provocato danni irreparabili ai Bilanci sgangherati, approvati sempre a colpi di maggioranza, anche quando, badate bene, non si tratta di programmi di investimento, ma di rendiconti dell’avvenuta gestione.
14/09/2005
E’ opinione diffusa che il nuovo Sindaco di Messina si troverà a fronteggiare una situazione difficile, ulteriormente aggravata dal rallentamento dell’azione amministrativa nel periodo di commissariamento del Prefetto Bruno Sbordone. Nell’elenco delle emergenze il primo cittadino non troverà però la gestione dei tributi, oggetto di una consistente azione di ‘riordino’ negli anni scorsi da parte della Maggioli S.p.A., assegnataria di uno specifico incarico da parte del Comune di Messina, svolto negli anni scorsi. Una azione talmente efficace da far prevedere, alla Giunta dell’epoca, maggiori entrate per svariati milioni di Euro, che sono quindi state regolarmente inserite in bilancio per finanziarne le uscite. Resta un mistero il motivo per il quale, prima dell’intervento dei blasonati ‘bonificatori’ romagnoli, queste entrate non erano state identificate e iscritte nei ruoli comunali, quesito che ‘passiamo’ al nuovo sindaco, non contando ovviamente su risposte convincenti da alcuno degli interessati. Ma in ogni caso queste previsioni sono poi state confermate? In poche parole, l’azione della Maggioli ha realmente prodotto questi nuovi incassi, e per quali motivi? O si è semplicemente approfittato di questo espediente per coprire investimenti con entrate immaginarie, generando un buco di bilancio simile a quello che ha portato i finanzieri, giorno 8 settembre scorso, a sequestrare atti per accertamenti negli uffici di ragioneria del Comune di Catania? Il ricorso a entrate non proprio reali per pareggiare il bilancio è pratica diffusa presso molte amministrazioni pubbliche, senza però il bisogno di affidare costosi incarichi: per praticarle basta un po’ di fantasia e l’uso di una calcolatrice da salumiere. Se al Comune i capoccia ne fossero sprovvisti, potrebbero rivolgersi ai tanti loro amici dei Centri Commerciali. Se l’azione di riordino è stata o meno efficace è un fatto che qualche esperto del settore potrà prima o poi verificare; riguardo invece alla esistenza di buchi di bilancio per la eventuale inesistenza di maggiori entrate speriamo proprio di non dover attendere gli esiti di una indagine commissariale. In ogni caso, Palazzo Zanca è il simbolo delle mani bucate e degli occhi bendati.
Bernardo Forteza