di Roberto Gugliotta
E’ un “luglio triste", dicono convinti i sociologi messinesi. Quella di quest’anno è una vacanza malata, continuano imperterriti gli osservatori dei costumi. C’è qualcosa che accomuna chi parte e chi resta, insiste chi scruta l’anima attraverso le continue liti in tema occupazione, un filo che lega chi prepara le valigie per il mare e chi innaffia il balcone e rimane in città. Anche i sindacati segnalano maltempo: per l’ennesima volta, i segretari generali CGIL CISL UIL Messina, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania, sono molto critici sull’atteggiamento dell’Amministrazione comunale di Messina nell’affrontare i problemi del lavoro e dello sviluppo. La città – riguardo il lavoro – ha superato i livelli di guardia. Il debole assetto produttivo è ormai saltato, non ritornerà soprattutto nei termini che conoscevamo ed è quindi cosa giusta, anziché attardarsi sui vecchi ricordi, ridisegnarne subito un altro che lo sostituisca. Compito questo certamente non semplice che non può essere affrontato con chiacchiere da bar o, peggio ancora, con slogan. D’altronde il mercato lasciato a sé stesso ha prodotto i guasti che conosciamo e, oggettivamente, una amministrazione comunale, da sola, non ne può avere né la forza e nemmeno la competenza. Chiaro. Un sentimento, uno stato d’animo, una preoccupazione diffusa unisce i cittadini. Senza soldi non c’è vacanza. Senza segni di ripresa non ci sono sogni e speranze. La vacanza è un sogno di fuoriuscita dalla realtà. Il dramma dell’Edilizia e della Cantieristica non possono continuamente essere affrontati per titoli. Così come la lotta al Tir non può diventare la caccia ai Franza o a Genovese. Mi sembra una rivoluzione di facciata o meglio di faccine. Credere che basti erogare incentivi pubblici per invertire questa tendenza mi appare quantomeno azzardato e oltremodo presuntuoso. Però vi chiedo: che cambiamento di passo è stato registrato da quando a guidare Palazzo Zanca è arrivato Accorinti? Si può essere felici di averLo come sindaco? Dodici mesi dopo c’è un gran casino, tanta puzza e zero speranze. E’ come se l’ansia di tutti i giorni si fosse infiltrata nelle quotidianità dei messinesi venandole di preoccupazione, un sentimento che spinge alcuni a rimanere, altri a scegliere di emigrare. Sì, questa Giunta dal basso è un mitragliamento di piccole fughe. C’è ansia per il futuro, si vive più alla giornata, c’è un arretramento psicologico che diventa smog: nessuno riesce ad abbandonarsi a sogni vacui, a passatempi balneari, a vivere il gioco delle seduzioni estive. L’incertezza sul futuro diventa un’ossessione. Condivido il pensiero dei segretari generali CGIL CISL UIL: “Piuttosto che attardarsi ad esaltare la purezza, Accorinti prenda quindi finalmente atto dell’utilità che una sana contaminazione delle idee, intesa come confronto, può produrre. Mentre infatti da noi si continua mitizzare su miracolistici e scoordinati interventi non molto lontano, i territori di Catania, Siracusa e Ragusa si attrezzano facendo sinergia tra enti locali, forze sociali, Università e imprese. Offrendo così soluzioni e non attendendo improbabili finanziamenti o incentivi che, proprio perché richiesti da tutti, risulteranno alla fine difficili da ottenere. Per queste ragioni crediamo sia necessario che in materia di sviluppo e lavoro, per la stessa predisposizione dell’agenda da sottoporre al Governo, l’Amministrazione anziché un incontro di due ore fatto il giorno prima, avvii immediatamente un confronto serio con le forze sociali per sviluppare un progetto capace di affrontare il merito delle questioni e delle possibili soluzioni”. Il sindaco la smetta di fare proclami inutili: si dia da fare perché se manca il lavoro la colpa non è del traffico. La storia di questa martoriata città è affollata da personaggi che giustificavano l’eccesso di disinvoltura come ragion di Stato.