di Roberto Gugliotta
Ho scoperto che a Messina ci sono 340 giovani che non hanno bisogno di lavorare. Bensì di passeggiare per via dei Mille. Beati loro! Sono convinto che, purtroppo, non esistono sindaci puri, e che le tentazioni sono di vario tipo. C’è chi ha coraggio e chi no. Il futuro è nero per molti altri giovani e il cielo non è sereno: chi pensa che basti una maglia per liberarci dal male è solo un grande imbroglione. Messina ha bisogno di certezze non di strade chiuse: bastano già le botteghe a procurarci tristezza. Negozi sfitti, locali vuoti, imprese al dissesto: evitate le piazzate. Il peccato del Movimento pro Accorinti non fu occupare la città e travolgerla di tifo, ma il costringere l’altra metà della comunità a commuoversi per questo evento. Per il resto il bello della democrazia come nel calcio, di uno scudetto sta proprio nell’autorizzazione all’entusiasmo che procura. Il diritto alla festa è una conquista, che dura settimane o anni e quando arriva va vissuto nel rispetto degli altri. Cari ragazzi, la mamma non vi ha detto proprio niente. Ma più che ad Accorinti mi rivolgo a coloro che lo hanno fatto vincere: il SISTEMA. Un potere formato da Chiesa, Impresa e Salotti. Ai potenti sepolcri di questa città ricordo le parole di un Santo Papa: "Spogliate gli altari dei loro ori e fatene dono ai poveri. Togliete dalle chiese gli ornamenti superflui e dateli a chi ha fame". Fu questo l’appello che Wojtyla rivolse alla Chiesa nella sua enciclica "Sollicitudo rei socialis". Messina ha bisogno di opere piuttosto che di isole, ma anche dalla dignità di ognuno. Posso assicurare che il costo non è nemmeno troppo alto, e che anche i più candidi tra di noi, sanno che gli umori del SISTEMA sono come i venti, estremamente variabili. Stupori e indignazione, dunque risultano ipocriti e sprecati. Non difendete Accorinti, nè svendete la vostra vita per un pugno di mosche: c’è una grossa fetta di popolazione che soffre sotto il peso intollerabile della miseria. Sono molti coloro che sono privi di speranza. Il futuro della città, della nostra qualità della vita, non può essere deciso da 340 "fortunati" che son felici di passeggiare per via dei Mille mentre Messina chiude bottega!