A Messina ci stanno 340 giovani che …

di Alessandro Fumia

Le impressioni che un lettore può riversare contribuendo nella riflessione proposta da questa presa di posizione, a volte sconfinano in raffinate analisi di costume oppure, in particolari acrobazie lessicali per portare a galla fenomeni sociali. Messina non è diversa da qualunque altra società contemporanea. Essa assomma le tendenze che la gioventù moderna vive sulla propria pelle in questa fase storica. La memoria a volte, nasconde aspetti interessanti che ritornano puntuali nel trascorrere del tempo. Come si possono analizzare fenomeni che sono legate al tempo e a chissà quale influsso astrale? A Messina ci stanno 340 giovani che non hanno interessi diversi da celebrazioni ludiche, coltivando un disinteresse verso tutto quello che li circonda, indolenti nel quotidiano, avulsi da qualunque contesto che non sia legato a sentimenti limitati e autolesionistici. Tanti esempio mi vengono alla mente. Ma fra tante variabili, mi piace ricordare un passo di un libro recentemente letto dalla trama scontata. Nessuno, il suo nome. Un fiero e capriccioso principe nativo di Itaca. Perfetto oserei aggiungere, utilizzare una figura poliedrica per analizzare aspetti della vita umana, svincolata nel tempo e nella storia. Infondo noi siamo copie di altri che ci hanno preceduto. I Messinesi, 340 di loro amano non far nulla e vivere di niente? Allora saranno i discnedenti dei "Proci." Chi meglio dei principi insipienti dell’antica società itachese possono spiegarci questo fenomeno? … I Proci, infatti, non se lo fecero dire due volte e, tra risa e schiamazzi, si riversarono in massa nel salone delle feste, sempre seguiti da una larga fetta di popolo. Nella reggia, in pratica, a gozzovigliare ci andavano un po’ tutti: sia i Proci che i popolani. Sembra una scena familiare. Ci manca un tibetano, il trionfo e Penolepe tessitrice, la regista. Lascio al dileggio e al capriccio del lettore associare alla sceneggiatura, la platea dei teatranti, tutti messinesi praticanti, che animavano le giornate di Itaca, l’Isola per eccellenza, isolata in mezzo al mare.