Adesso che le innocenti anime e i ricchi annoiati borghesi cocciuti sono ritornati alle loro case, pardon ville, v’è forse il modo di riflettere più quietamente su loro e sulla simpatia che sempre suscitano in riva allo Stretto coloro che inveiscono contro la Politica. Le ruote della bici e il Profeta anti Tir, il caldo suo odore, il buddace metodico che protesta: evocavano la traversata nello Stretto a bordo dei mitici traghetti. E il cittadino ha forse pensato che come s’è fatto contento Accorinti, adesso potevano farsi contenti pure i suoi discepoli. Giudizio pigro. Ma pareva a molti ovvio. Invece non lo era ovvero non serviva a molto. Perché davvero una volta tanto il problema era più generale. Espressione lisa dai politicanti, abusata, sciocca. Eppure poco la si è usata, mentre sarebbe servito usarla. Ma il nostro caro Sindaco è quasi un semi dio – chiedo venia per il paragone – lui può tutto e sostenere il contrario di tutto: ha il permesso del SISTEMA. Una volta ottenute le chiavi della città ha iniziato la sua missione, come compete a un Profeta. E’ andato lungo il viale a predicare la buona novella, passando dalla via dei Mille sino al cavalcavia di San Raineri. E dietro di lui la folla, i suoi discepoli. Tanti, tantissimi al punto che come nel Vangelo qualcuno lo ha pregato di dare da mangiare… Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare". Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qui". E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini… Altro che marcia isolana, questa è la rivoluzione copernicana. E come Gesù oltre ai pani e ai pesci Accorinti ha ridato la vista ai ciechi… C’erano duemila anime pie a protestare con lui. E quasi tutto s’è saputo di particolari, di quote da spartire e Tir da bloccare. Uno Stretto giro di posta, di proclami che hanno convinto i Franza e i loro seguaci ad abbassar la testa. Un miracolo, l’ennesimo del Profeta No Ponte. Metà del suo bilancio se ne va in gloria a prescindere dalla fame che si taglia con un grissino… parafrasando la pubblicità… A causa della politica qui si muore di smog… ma non c’erano i venti che profumavano tutto? Insomma è tutto relativo a secondo chi comanda. I debiti del Comune? Bazzecole. I conti in rosso delle aziende? Giochi pirotecnici notturni per ferragosto. E questi generalissimi fatti contabili vanno rammentati, e non per disprezzo verso i rivoluzionari dal basso o i cittadini o perché di dire Messina ladrona è slogan in questo caso inappropriato. Ma si deve avere coscienza, che noi buddaci manteniamo una fetta di popolazione assistita: quella degli eletti. In Consiglio, nei Quartieri nelle Sagrestie. Ottenuti enormi sovrappiù, ai dazi si sono aggiunti i sussidi alle nomine, quindi le quote, infine i pagamenti per non opporsi alle opere. Un magna magna che ha ridotto in povertà Comune, aziende, comunità. Fatto che deve costringere i cittadini a chiedersi: in cambio di cosa costoro ricevono prebende e assistenze? Ma questo è il problema, di cui finalmente si dovrebbe discutere. Ma a chi davvero interessa? Ad Accorinti no di certo, ai suoi fedelissimi meno che mai, al popolo in festa neppure a parlarne. E allora? Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!…