Cari concittadini, è vero che siamo pieni di rifiuti e che i cassonetti sono talmente strapieni che nemmeno i topi ci vogliono stare… ma è anche vero che la maggior parte siete incivili… fate il falò di ferragosto e lasciate i resti del vostro cibo come anguria e altro, sulle spiagge…. andate alla Fiera di Messina, o perlomeno quello che è rimasto di essa… e anche lì vi comportate allo stesso modo… poi magari siete gli stessi che si indignano per una pipì di un cane… ma vergognatevi che gli animali sono mille volte più puliti di voi!
Antonella Di Pietro
di Roberto Gugliotta
Cara, Antonella Di Pietro questo accade perchè non ci sono regole. Si droga il corso della Legge, si drogano i concorsi, si mettono i figli in prima fila nelle assunzioni al Policlinico, si pongono dei veti se uno bravo ha più qualità di uno scarso, ma raccomandato… l’inciviltà è la normale conseguenza di una comunità senza regole. I soci della Lobby dello Stretto hanno questo di bello: non contenti di aver spazzato via la certezze dei cittadini, gli rubano adesso i modi di lotta, gli slogan, le indignazioni. Come direbbe un mio amico tutti sporcano solo che in alcune città dopo le "feste comandate" organizzano un servizio supplementare di raccolta e smaltimento rifiuti così da evitare gli spettacoli indecorosi a cui siamo abituati, in una città dove la raccomandazione supera il merito evidentemente i PRIMI non sono neppure capaci di pensare una soluzione tanto semplice. E’ tanto difficile capire che dopo la Vara è necessario pulire il percorso e la Passeggiata a Mare ? no! eppure questi ELETTI non ci arrivano … sarà perchè sono diversamente competenti per via genetica. Siamo diventati una città di intolleranti: Messina da città babba a culla della rivoluzione. Banchetti, raccolte di firme, rifiuti zero, democrazia partecipativa: sarà poi Oro politico tutto quello che luccica? Oppure si degrada a fatto episodico una condizione di servitù che riguarda gran parte della cosiddetta società civile messinese? Il cittadino dello Stretto scende in piazza, solo per il pettegolezzo, per moda, perchè quelli delle feste in salsa buddace altrimenti non ti danno il pass … il messinese vuole partecipare, chiedere, non decidere. Epperò… c’è sicuramente del vero in queste motivazioni, ma anche qualche forzatura: ci conosciamo tutti, ma c’è sempre il furbo che vuol apparire per quello che non è: rivoluzionario! Tra una Caipiroska alla fragola e un cocktail Negroni. O forse lo siamo sempre stati e finora ci siamo nascosti dietro l’immagine consolante dei cittadini accoglienti e solidali. Accettiamo persino amministratori scadenti, assessori parolai, consiglieri opportunisti con la tinta nei capelli bravi solo a invidiare quelli più preparati. Poi, una volta che qualcuno s’è espresso in senso contrario (vedi la combattente Nina Lo Presti) senza ricevere sanzioni o pomodori in faccia, s’è aperto il vaso di Pandora per cui ora tutto sembra lecito, soprattutto quando l’esempio verbale viene dai piani alti. E così la Messina che si offende per gli stereotipi in stile spaghetti&mafia parte lancia in resta perché i quartieri periferici siano dimore di lusso (?), la spazzatura ecologica e le finanziarie opere no profit: di quale città si tratta? Liberissimi i civilissimi rivoluzionari che vogliono affrontare i rischi di una battaglia così folcloristica, ma altrettanto liberi chi li voglia criticare per aver taciuto le porcherie vere in cambio di una remunerata “marketta”. Fino a quando questa visione della politica non sarà considerata per quella che è, e cioè indegna di una città civile, ogni altra discussione sarà irrilevante e massimamente ipocrita.