A seguito di una recente Ordinanza del Sindaco di Messina, che impedisce lo sbarco dei mezzi gommati pesanti nel porto di Messina (Stazione Marittima e Rada S.Francesco), la società Bluferries, controllata di RFI, a partecipazione pubblica, ha dirottato l’attività di traghettamento dei tir totalmente verso l’approdo di emergenza di Tremestieri ove non è consentito lo sbarco/imbarco promiscuo con i mezzi pesanti, abbandonando di fatto il porto tradizionale e il traghettamento di automobili e pedoni, ad eccezione del collegamento con mezzi veloci sovvenzionato dallo Stato ed in regime di proroga temporanea fino a dicembre p.v., comunque utilizzabile solo dai pedoni. Il Gruppo privato Caronte&Tourist invece mantiene in servizio qualche unità della propria flotta nel porto tradizionale (Rada S.Francesco) in previsione di saltuarie deroghe che consento lo sbarco dei tir nel centro cittadino e al contempo opera sistematicamente con il traghettamento di automobili e pedoni. Siffatta situazione concretizza una sorta di monopolio che vede la flotta Caronte&Tourist detenere una grossa percentuale, quasi la totalità, del traghettamento di automobili e pedoni. Con la presente si invita l’Autorità Antitrust a verificare se, a seguito dei descritti eventi, nello Stretto di Messina sussiste ancora un equilibrio del mercato o se per motivi esterni si sia innescato il predominio di una sola un’azienda che potrebbe abusare del suo potere di mercato, imponendo ai consumatori prezzi troppo elevati o chiudendo l’accesso ai potenziali concorrenti che competono nello stesso settore. Segnaliamo altresì l’anomalia in essere nell’Approdo di Tremestieri, il bando di gara dell’Autorità Portuale di Messina per la gestione dell’infrastruttura è andato deserto e attualmente l’approdo è affidato agli stessi armatori che vi operano con le loro flotte. L’accordo di interlining tra gli operatori, sottoscritto nel 2006 e presentato come temporaneo, è invece ancora presente. Inoltre, la carente funzionalità del porto richiede continui lavori di manutenzione e di dragaggio il cui onere, nel citato bando di gara era interamente a carico del terminalista. Quest’ultima circostanza, se riproposta, rischia di essere controproducente, in quanto
potrebbe rendere non appetibile la partecipazione a nuova gara da parte di soggetti diversi dall’attuale concessionario. A riguardo è bene evidenziare che l’integrazione verticale tra terminalista e armatore può generare preoccupazioni concorrenziali per i rischi di chiusura del mercato e di conflitti di interesse a essa correlati, preoccupazioni che nel caso di Messina sono particolarmente fondate posto che a pochi vettori risulta attribuito l’uso esclusivo (e congiunto) di un’infrastruttura essenziale per l’accesso al mercato. Non risultano infatti allo stato disponibili approdi alternativi per il traffico merci nello Stretto idonei a soddisfare le esigenze di tutela ambientale perseguite dal Comune di Messina: l’uso dei porti cittadini è consentito ai soli vettori esistenti, seppur in via “emergenziale”, in mancanza di soluzioni concrete ai problemi di
funzionamento del porto di Tremestieri. Auspicando un concreto interessamento dell’Autorità Antitrust, si resta a disposizione per fornire eventuali dettagli di quanto sommariamente esposto.
ORSA SICILIA