L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso l’istruttoria aperta a giugno del 2013 nei confronti di Caronte &Tourist, RFI e Meridiano Lines affermando che “sono venuti meno i motivi di intervento nei confronti delle società […] in relazione all’intesa contestata in violazione dell’articolo 2 della legge n. 287/1990 o dell’articolo 101 TFUE”. In altri termini, dunque, l’Antitrust ha “assolto” le compagnie di navigazione che operano stabilmente nello Stretto di Messina dall’accusa di aver costituito un cartello teso a omogeneizzare i prezzi dei biglietti e a blindare il mercato di riferimento dall’accesso di ulteriori competitors. Soddisfazione a tal riguardo è stata espressa dagli Amministratori Delegati di Caronte &Tourist, Antonino Repaci e Vincenzo Franza, che hanno sottolineato come il provvedimento finale dell’Autorità accolga le argomentazioni proposte dalla Società – difesa nell’occasione dall’ Avv. Fabio Cintioli – nel corso del procedimento. In particolare nelle valutazioni conclusive si riconosce che non vi è stata alcuna concertazione in materia tariffaria, atteso che “le condotte delle parti possono essere interpretate come frutto di autonome scelte individuali” e che, in ogni caso, non sono emersi elementi volti a comprovare l’esistenza di una concertazione anticompetitiva. Non è stata peraltro posta in essere alcuna concertazione in ordine alla ripartizione del mercato mediante un uso strategico dell’approdo di Tremestieri, in quanto “il contesto in cui hanno operato i vettori riflette la strutturale incapacità del nuovo porto di Tremestieri, nella sua attuale configurazione, ad accogliere l’intero traffico merci dello Stretto”. E’ chiaro dunque, secondo l’AGCM, che la sottoutilizzazione di Tremestieri, nei periodi di chiusura parziale, non è imputabile alle società di navigazione. L’inchiesta era stata avviata a seguito di segnalazioni dei vari comitati di cittadini e di pendolari locali. L’auspicio di Caronte &Tourist è che i risultati dell’indagine fughino ogni residuo dubbio.