Ad appena un mese e mezzo dall’ultimo blitz dei due parlamentari del M5S Francesco d’Uva e Valentina Zafarana, deputati alla Camera e all’Ars, spunta un finanziamento di tre milioni per la ristrutturazione dell’ex caserma Gasparro di Bisconte, finalizzato alla creazione di un Cara proprio nella città dello Stretto. “Malgrado gli scandali dell’inchiesta “Mafia Capitale” abbiano messo in evidenza come certe modalità di accoglienza siano a rischio d’infiltrazioni criminali – affermano i due parlamentari messinesi – pare non vi sia da parte del Ministero dell’Interno alcuna volontà di correggere il tiro in funzione di soluzioni diverse per l’accoglienza dei migranti”. Come ribadito dagli operatori del settore e dalle associazioni che da sempre sono a fianco dei richiedenti asilo, come il circolo Arci Thomas Sankara e la Rete Antirazzista di Messina, una terza via virtuosa rispetto alla militarizzazione esiste ed è quella dello Sprar che prevede un’accoglienza diffusa e gestita con un coinvolgimento diretto degli enti locali e dello stesso associazionismo territoriale. Cara, Cie ed affini altro non sono che "mostri" pensati per un elevato numero di migranti, atti ad alimentare un vero e proprio mercato oligopolistico di enti gestori attrezzati per fronteggiare un volume di affari cospicuo e blandito con più o meno successo dal malaffare.