”L’ennesima chiusura degli scivoli del porto di Tremestieri, in seguito alle forti sciroccate dei giorni scorsi, non può essere considerato un evento ineluttabile, ma stavolta deve essere l’occasione per capire se errori progettuali, e successivamente di gestione, non abbiano contribuito ad aumentare le difficoltà che oggi appaiono insormontabili". E’ quanto precisano, in una nota congiunta, il sindaco, Renato Accorinti, e l’assessore alle Risorse del Mare, Sebastiano Pino, in merito all’ennesima emergenza che la Città sta affrontando. “Nel confermare come sia prioritario per questa Amministrazione trovare soluzioni che liberino Messina dalla servitù dei Tir – Accorinti e Pino aggiungono – non possiamo continuamente rincorrere le emergenze, diciamo basta all’improvvisazione, i messinesi sono parte lesa e ci siamo davvero stancati di assistere a continue inagibilità del porto nato per liberare la Città dai tir. A questo punto reputo improcrastinabile affidare ad una Autorità scientifica indipendente una perizia sulle dinamiche dell’insabbiamento continuo e sui possibili rimedi che in tempi brevi possano garantire l’operatività dei due scivoli. È necessario inoltre pianificare una manutenzione ordinaria dei fondali, senza aspettare le mareggiate, purtroppo ricorrenti, e senza dovere attendere i tempi lunghi delle autorizzazioni". Il sindaco Accorinti ha inoltre richiesto all’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, un tavolo urgente con tutte le parti interessate, compresa Italia Sicura, per accelerare al massimo le procedure per l’avvio dei lavori del nuovo porto, per il quale ritiene indispensabile il conferimento da parte del governo dei poteri speciali.
Sembra che gli autorevoli cervelli pensanti solo ora abbiano scoperto l’acqua calda: "l’ennesima chiusura degli scivoli del porto di Tremestieri, in seguito alle forti sciroccate dei giorni scorsi, non può essere considerato un evento ineluttabile…". L’accertamento delle responsabilità è più che mai indispensabile. E non si dovrebbe fermare la ricerca della verità solo sul porto di Tremestieri. A Messina la macchina amministrativa funziona poco e male. Non si tratta di casi, di saltuari ma inevitabili falle che appartengono alla esistenza e alla fragilità della natura umana, e che accadono anche da altre parti. Non è un reato – ma qualche volta lo è – diciamo che, a essere generosi, oltre che garantisti, è una pratica di mancanza di rispetto verso la comunità. Con la certezza, quasi assoluta, dell’impunità, che è garantita dalle istituzioni stesse, il cui simbolo non è il tricolore, ma lo struzzo, famoso non solo perché mangia tanto e digerisce tutto, ma perché, come dice la leggenda, all’avvicinarsi del pericolo nasconde la testa nella sabbia. Insabbiare è infatti il verbo di moda per spiegare le falle del porto di Tremestieri. La chiusura del porto – nato per liberare la Città dai tir – fa ormai parte delle tradizioni: è come il 3 giugno, festa della Madonna delle Lettera e il 15 agosto, processione della Vara. Infatti chi ha dato ha dato, e chi ha avuto si considera sempre innocente, perché in politica il ladro, il corrotto, è un apostolo, oltre che della bustarella, della democrazia. E’ la politica che regola e manovra tutto, e i burocrati spesso si adeguano, e i cittadini, che presumibilmente vorrebbero che diritti e doveri fossero uguali per tutti, sono con la testa fra le nuvole se non sotto la sabbia. Siamo bravi a parlare, a far la conta su Fb, meno a indignarci con i fatti. Le regole vanno aggirate, se non peggio. Chi ha l’autorità per farle rispettare spesso non è autorevole e dunque mi chiedo, vi chiedo: la morale, oggi, dove è andata a finire?