Pd siciliano protagonista solo se propositivo e trasparente nelle scelte

di Mariella Maggio

Cosa serve alla Sicilia? Uscire dall’emergenza. Un’emergenza creata spesso artatamente, come è successo nel passato per rifiuti e acqua. Come uscirne? Affrontando la discussione sui temi della finanziaria dando loro uno slancio di approdo futuro per i siciliani, non pensando solo ai tagli, prima di proporli bisogna guardare ad eliminare i veri privilegi e mettere in campo una proposta di sviluppo, senza lasciarsi prendere da partigianerie ma facendoci portatori di proposte che tagliano con il passato pesante ereditato. Per tanti aspetti, ne convengo, sono irricevibili le accuse provenienti da alcuni esponenti del governo nazionale, che dovrebbero pesare le parole dei loro interventi su temi scottanti – come ad esempio quello della sanità. Piuttosto è indispensabile sciogliere il nodo della quota di compartecipazione alla spesa sanitaria. Ed è ovvio che la battaglia regionale per il salvataggio del nostro bilancio passa anche dalle risorse sottratte da recuperare. Ma sul resto, cosa è stato finora? La strada che ci troviamo davanti è molto stretta, e si dipana fra bilancio da risanare e risorse europee. Ed è un bene che finalmente si sia fatta chiarezza sulla condizione economica e finanziaria della Sicilia, sappiamo finalmente da dove partire. Quindi, alla luce del nuovo ruolo del Pd in questo governo regionale, il punto non può stare nello scontro tra esecutivo regionale e Governo nazionale, ma nel recuperare credibilità nell’interlocuzione. Per questo è importante, oggi, che il “protagonismo” del Partito democratico si poggi sulla propositività politica e progettuale e se i democratici dovranno ancora avallare scelte dolorose, prima il Pd dovrà pretendere che si operino tutti i tagli dei costi superflui e tutti i privilegi che ancora permangono.
Sulle Amministrative, l’idea del Pd come comodo autobus da prendere senza condividere contenuti e valori non mi appartiene. Chiedo quindi che si affronti con molta attenzione, sia nelle città capoluogo ma anche negli altri centri minori, la scelta dei candidati. Che si chiarisca chi distribuisce simboli, chi valuta il contesto, quali sono le sedi deputate alle decisioni. Gli iscritti, i simpatizzanti, non comprendono e non comprenderanno scelte poco oculate.
Il Pd deve essere soggetto vitale non solo a livello nazionale ma anche a livello locale, ma non può essere il trampolino di lancio verso ambizioni personalistiche. L’allargamento della base si costruisce attraverso l’adesione convinta ad una proposta politica ed una pratica coerente. Non basta proclamare che il proprio partito “è unito” , l’unità si pratica nella collegialità delle decisioni, nella solidarietà e nel senso di appartenenza al partito e si deve riverberare in tutte le scelte che si compiono, sia di natura politica che organizzativa, e non come spesso accade di rispondere ad esigenze di mero consolidamento di posizioni di alcuni a discapito di altri.