Tempo fa un amico che aveva letto su facebook il mio lamento per la tassa sui rifiuti (T.A.R.I.) del Comune di S.Teresa di Riva nel messinese, conoscendomi come uno che solitamente si occupa di argomenti un pochino più elevati, si meravigliava della mia “caduta di stile”. Non solo, ma scomodava la Dottrina Sociale della Chiesa per ricordarmi che tutti dobbiamo contribuire con le tasse per sostenere lo Stato. Non ho avuto difficoltà a rispondere che conoscevo benissimo l’insegnamento sociale della Chiesa, e se occorre anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, è vero tutti devono pagare le tasse, ma quelle giuste, proporzionate alle famiglie e soprattutto non bisogna pagare due volte, la stessa tassa. Pertanto a costo di fare la figura di essere uno che ragiona con la “pancia”, voglio rendervi partecipi della mia storia, che peraltro forse è simile a tanti altri cittadini. Da alcuni anni mi sono trasferito al Nord (una sorta di automobilità) con la famiglia per motivi di lavoro, naturalmente nel Comune di residenza ho lasciato un appartamento di mia proprietà (la famosa casa) che procura gioie e dolori. In questi anni nonostante fruisco poco (complessivamente 2 mesi l’anno circa) dei servizi comunali ho sempre pagato tutte le imposte locali, dal servizio della nettezza urbana, al servizio idrico. Da qualche anno, da quando gliattuali amministratori, sindaco in testa, hanno deciso di elevare soprattutto la tassa sui rifiuti (T.A.R.I), mettendo l’aliquota massima del 3,3 per mille, per la 1 casa, la mia solerzia a pagare si è indebolita.A questo punto mi sono attivato per ottenere almeno una riduzione della tassa, e così ho esibito copia del canone di affitto del locale dove abito attualmente e naturalmente potrei esibireanche la documentazione della scuola dove insegno. Dopo alcuni mesi, visto che l’amministrazione comunale mi ha spedito la nuova cartella esattoriale, di ben 433euro, a questo punto la mia pazienza è stata messa a dura prova. Mi sono chiesto è possibile che in Italia una famiglia che non produce e quindi non fruisce del servizio della nettezza urbana del Comune debba pagare totalmente la tassa? Ho chiesto spiegazioni al Palazzo, presso l’ufficio tributi, quidei solerti funzionari come novelli giacobini nell’atto di eseguire “processi del popolo”, mi hanno risposto che le leggi sono leggi e vanno rispettate.
Praticamente chi si trova in queste condizioni in Italia è costretto a pagare due volte le tasse comunali, è giustizia sociale tutto questo? E’ una colpa possedere un bene come un appartamento? Certamente conosco i motivi perché i vari amministratori locali sono costretti ad alzare l’aliquota delle imposte. Ormai lo ripetono sempre come un mantra: non arrivano più fondi dall’amministrazione centrale, da Roma, da Palermoe allora siamo costretti ad alzare le tasse. Ma questo giustamente li rende odiosi ai loro cittadini e penso che il mio sindaco lo sa benissimo. A questo punto non farebbero meglio a dimettersi tutti invece di fare i gabellieri di Stato? Del resto se è vero quello che ha detto lo stesso sindaco De Luca nel comizio del 1 gennaio scorso, sembra che dal prossimo anno la Regione siciliana è costretta a dimezzare i finanziamenti ai comuni siciliani, così una buona metà saranno costretti a chiudere. E forse questa potrebbe essere una buona notizia, visto che ormai le funzioni amministrative dei comuni si sono ridotte soltanto a vessare le famiglie a suon di tasse.
DOMENICO BONVEGNA
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