Fronte del porto: cittadini poveri, rivoluzionari ricchi!

di Roberto Gugliotta

Al grido di scusate il ritardo, vorrei dire la mia sulla nuova lite Accorinti – Franza. Non c’è dubbio che rappresentano una sintesi giornalistica perfetta; che una volta date le marcature sul campo e i voti al rendimento dei “giocatori” sarebbe quasi inutile raccontare la partita. In verità dietro lo scontro c’è di più, molto di più di un semplice titolo a nove colonne. Per dirla come quelli di Confindustria Messina “lo scenario che si prospetta è quello della contrazione dei servizi portuali, con perdita di fatturato del 50% e ridimensionamento dei livelli occupazionali sui servizi terminal. Il calo delle attività comporta un elevato rischio di marginalizzazione dello scalo, che perde anche in termini di capacità attrattiva nei confronti di altri potenziali vettori interessati alle autostrade del mare. Si tratta di un impatto altamente significativo, immediato, e speriamo non irreversibile, sul valore prodotto dal cluster marittimo”. Al di là delle simpatie, del tifo, delle presunzioni di colpevolezza, credo ci siano anche pochi dubbi sul fatto che certi dogmi rappresentino uno dei più clamorosi atti di presunzione della nostra amata amministrazione. O se preferite, un colossale, sproporzionato investimento sulla buona fede e l’intelligenza di chi la prende come atto di fede. La famiglia Franza ha molte colpe, ma rappresenta sempre l’ultima delle famiglie che hanno dato lavoro a tantissimi messinesi e non solo. Non sono il loro avvocato né tanto meno faccio parte dell’ufficio stampa allargato ma vorrei precisare che non parlo con la puzza al naso. A me non convince tutta questa polemica, questa lotta spietata ai Franza e se permettete a Francantonio Genovese. Non è solo roba di “formazione”: che ci sia un grande interesse sul traffico delle navi? Riflettete: il business è di quelli ghiotti. Se vanno ko Franza, Genovese chi diventerà il re dei traghetti? Non certo il Comune di Messina. Se qualcuno pensa di far passare questa cialtroneria o è stupido o è in malafede. La giustizia deve fare il suo corso e se le accuse a Genovese sono provate dai fatti è giusto che paghi le sue colpe. Non voglio andare oltre al caso Formazione ho le mie idee e so leggere tra le righe e per questo aggiungo che non possiamo negarci che alcune cose che stanno accadendo sono oggettivamente ingiuste. Io ho visto molti processi e seguito molte inchieste: quando arrivavo a compilarle l’elenco degli indagati o semplicemente dei “protagonisti” (giudici, indagati, imputati) in campo, rimanevo stupito dalla quantità di “giocatori” che dovevo giudicare. Molti di loro quasi non li avevo visti in “partita”. Una ragione in più per dar loro un voto basso. Si può dire, ma il punto resta l’estrema difficoltà di avere una visione globale della sfida. Una inchiesta giudiziaria è un fatto estremamente complesso. Non ha prove certe come una gara d’atletica, il riferimento di un tempo, al confronto col record. Ci sono gli avvisi di garanzia, ci sono gli arresti, ma c’è soprattutto un polverone abbastanza generale che salta lentamente fuori dal cumulo d’episodi che messi insieme fanno un processo; il giudizio finale è spesso figlio di una sola impressione, di due episodi al massimo. Tanto più che sono pochi i cittadini capaci di mantenersi concentrati per mesi e mesi in una “tribuna stampa” vociante, spesso a contatto di gomito con amici o tifosi. Succede anche ai giudici – gli esperti di mestiere – che soloneggiano spesso troppo e alla fine portano a casa condanne che non rispondono alle attese. Ecco perché anche questa storia delle navi mi lascia molti dubbi e tantissime perplessità. Dietro la partita con i Franza, con Genovese c’è molto di più. Si giudica per simpatia, per amicizia (e i loro opposti), si vota anche per campanilismo. In generale comunque si giudica l’evidenza, riassumendo in quello anche tutto il grande mondo della sfida giudiziaria e non, che è sfuggito. Poi però siamo bravissimi anche nella perversione. E facciamo diventare un evento, lo spettacolarizziamo, anche un giudizio chiaramente sbagliato. Così continuiamo a vincere noi. Mi fermo qui: mi sono già beccato dell’amico della famiglia Genovese e del somaro da parte degli ultrà di Accorinti, quindi ci vado leggero. Solo citazioni fresche e un belato di resa al nuovo che avanza: cittadini poveri, rivoluzionari ricchi!