Lascio SEL, lascio Sinistra Ecologia e Libertà perché credo che abbia esaurito la sua spinta al cambiamento, smarrendo le ragioni per cui è nata e per le quali decisi di aderirvi e di diventarne la Segretaria provinciale.
Pensavo che SEL fosse un partito che avesse a cuore prioritariamente gli interessi della collettività, che fosse uno strumento di riscatto sociale per chi non si sente più rappresentato, all’interno del quale poter mettere in atto nuove forme di azione politica e di coinvolgimento ed invece mi sono scontrata con i soliti tatticismi, le chiusurea tutto ciò che è diverso e le vecchie logiche di partito.In un partito le diversità dovrebbero essere fonte di ricchezza e dovrebbero avere la legittimità di esprimersi, invece di essere pesate, quantificate e fatte oggetto di vili calcoli matematici.
In una società sempre più corrosa da individualismi e particolarismi, dove gli interessi collettivi vengono trascurati se non calpestati, anche i partiti che ne sono parte finiscono per risentirne diventando luogo di ambizioni personali e scontri su questioni che poco interessano la gente comune. Purtroppo oggi i partiti hanno esaurito quella spinta propulsiva che avevano avuto in passato.Esempio emblematico è l’inarrestabile sfiducia nei confronti della forma partito da parte della collettività che ha prodotto percentuali altissime di astenuti alle ultime elezioni. Dati che non hanno eguali nella storia di questo paese. E’ necessario allargare quella base di rappresentanza che non si ottiene semplicemente fondendo gruppi dirigenti o dando vita ad iniziative autoreferenziali che non producono alcuno scossone per le persone comuni. Sfortunatamente SEL non è riuscita ad incarnare una vera opposizione di sinistra alle politiche scellerate di questo governo, ma ha semplicemente dato vita ad una opposizione invisibile che non ha avuto alcuna rappresentazione plastica agli occhi dei cittadini. Credo sia indispensabile aprire un percorso politico che dia vita ad una nuova soggettività, così com’è successo in Grecia o in Spagna, che sia in grado di rappresentare realmente gli interessi dei più deboli, coinvolgendo la cittadinanza e rendendola protagonista di una nuova stagione di cambiamento.
Lascio un partito che è intervenuto su molteplici materie di interesse comune animando il dibattito cittadino e che ha avuto delle posizioni chiare su questioni annose come ad esempio la gestione dei rifiuti o i servizi sociali ai cittadini. Quando mi sono insediata avevo detto che avrei vigilato sull’operato della giunta e così credo di aver fatto. Senza infingimenti o tentennamenti. Perché cosi si deve fare. Anche di fronte ad un governo regionale in cui il presidente Crocetta non ha saputo affrontare nessuno dei nodi annosi di questa regione e di fronte ad una giunta cittadina che non ha avuto il coraggio di mettere in luce le reali responsabilità del disastro di questo territorio. Bisognerebbe essere coerenti tra ciò che si dice in campagna elettorale e ciò che si fa quando si viene eletti. Solo così la politica potrà riacquistare agli occhi delle persone quella credibilità che aveva in passato.
Lascio SEL insieme ad un gruppo di volenterosi compagni di strada perché, ancorché accetti il confronto democratico, non tollero la litigiosità fine a se stessa. Un partito litigioso è un partito che si chiude al suo interno, che guarda al proprio ombelico, che rifiuta a priori ogni punto di incontro e in tal modo dimentica la sua missione, che è quella di rappresentare e dare risposte alle categorie più vulnerabili del territorio.
Ho sempre fatto politica a Messina con la speranza che soprattutto le sorti dei giovani non fossero destinate a trovare fortuna lontano da questa terra. Continuerò a fare politica affinché tutto ciò prima o poi accada.
Daria Lucchesi