Da qualche anno, ormai, si è sviluppato in Italia un vero e proprio “business del contenzioso bancario”. Una serie di personaggi spesso non particolarmente professionali vanno in giro per aziende proponendo di fare causa alle banche per la restituzione di competenze bancarie che loro asseriscono essere illegittime. Il primo business consiste nel vendere la perizia tecnica di parte che dovrebbe quantificare questi importi. Il secondo business consiste poi nell’effettuare la vera e propria azione legale e quindi tutte le parcelle professionali connesse (puntando in particolare sulle transazioni). Il tema delle competenze bancarie illegittime è un tema molto complesso che vede un groviglio giurisprudenziale nel quale non è facile districarsi, ma certe tesi sono così palesemente infondate o così malamente porte avanti che non sono più così i solati i casi nei quali i giudici condanno il cliente che ha fatto causa alla banca non solo al pagamento di tutte le spese processuali (cioè quelle proprie, ma anche quelle delle banca) ma anche ad un importo aggiuntivo dovuto alla “lite temeraria” ex art. 96 del codice di procedura civile. Due tesi che sono state da diversi tribunali dichiarate palesemente infondate e che hanno portato all’applicazione delle sanzioni per lite temeraria riguardano i contratti di mutuo. La prima tesi vorrebbe sostenere che l’applicazione dell’ammortamento alla francese implicherebbe per sua natura il pagamento di interessi anatocistici. Questa tesi fantasiosa ebbe una fase di “clamore” in particolare a causa di una sentenza del Tribunale di Bari (n.113/2008) che sembrava approvarla. Nella realtà l’ammortamento alla francese non implica il pagamento di nessun interesse sugli interessi. Gli interessi sono sempre calcolati sul debito residuo. Ciò nonostante, ci sono ancora in giro persone (e, purtroppo, anche avvocati che fanno le cause) che propongono questa ridicola tesi. La seconda tesi riguarda la questione degli interessi di mora nei contratti bancari in relazione alla famosa sentenza della Corte di Cassazione, la 305 del 2013 che fu sbandierata anche in televisione e per la quale, a suo tempo, Aduc mise in guarda i suoi lettori da interpretazione eccessivamente favorevoli. Secondo alcune interpretazioni della sentenza, per il calcolo dell’eventuale soglia di usura del mutuo, si dovrebbero sommare ai costi effettivamente pagati dal sottoscrittore del mutuo anche gli interessi di mora pattuiti, ma non pagati. La sentenza della cassazione, in realtà, dice che di questi interessi è necessario tenerne di conto. Ovvero che sia necessario verificare se siano entro i limiti di usura sia gli interessi convenzionali che quelli di mora. Non che che i due tipi d’interesse siano sommabili.
Questi sono due esempi sui quali, recentemente, alcuni tribunali di prime cure si sono espressi condannando l’attore non solo al pagamento di tutte le spese legali, ma anche al pagamento di una sanzione ex. art. 96 del codice di procedura civile per lite temeraria. Il tribunale di Padova, nelle sentenza n. 739 del 10-03-2015 scrive parole pesanti: “Tale condotta processuale merita di essere opportunamente sanzionata ex art. 96 c.p.c. anche in considerazione del fatto che, tale modo di affrontare la materia bancaria, denota la volontà di creare un contenzioso seriale in questa materia che è invece estremamente tecnica e complessa e che, colpa anche la gravissima congiuntura economica che ha colpito le famiglie e le imprese, meriterebbe di essere trattata con un diverso approccio.”
Da queste parole, e dal resto della sentenza, appare chiaro che il bersaglio del Giudice non è stato tanto e solo la singola causa, quando il questo “business del contenzioso bancario” di cui ho detto in apertura. Sia chiaro, molto spesso le banche hanno applicato comportamenti più che censurabili nei rapporti con i propri clienti. Ma il comportamento di certe aziende che stanno chiaramente speculando su questa materia è almeno parimenti censurabile. Il caldo consiglio che rivolgiamo ai nostri lettori è quello di stare particolarmente attenti a dare mandato per azioni legali perché le eventuali spese legali, e anche le eventuali sanzioni per lite temeraria sono in prima istanza a carico dei clienti…
Alessandro Pedone, responsabile Aduc per la Tutela del Risparmio