I dati di Confindustria fanno sapere che si fabbricano e si vendono più biciclette. Anche se, ovviamente, i dati sono ancora molto lontani rispetto a quelli del mercato dei veicoli a motore, ci si dovrebbe rallegrare del fatto che il mezzo di trasporto più ecologico in assoluto, stia prendendo piede. Ma, per l’appunto, ci si dovrebbe… perchè non riusciamo a percepirlo in questo senso. Sarà perchè lo scrivente è ciclista urbano convinto ed esclusivo, e quindi avvezzo alle sofferenze di questa mobilita’: soprattutto piste e parcheggi col lumicino, con relativa demagogia a go-go degli amministratori locali che propongono miracoli che quasi sempre rimangono nelle promesse elettorali o dei raduni specifici.
Per capire che è una mentalità e un business che devono essere cambiati, valga per tutto una considerazione. I primi titoli di queste ore per presentare questa impennata del mercato delle biciclette (niente di nuovo rispetto al passato) sono di questo tono: “cresce la passione per le biciclette”. Non ci sembra che altrettante presentazioni siano state fatte, per esempio, per il mercato dell’automobile che in questi giorni è cresciuto. Qualcuno ha letto o sentito cose del tipo “cresce la passione per le automobili”? In passato abbiamo letto cose tipo “cresce la passione per le moto”. E infatti, moto e biciclette sono considerate “passione” non valide alternative alla mobilità privata a quattro ruote. Non solo, ma se per la moto (distinguendo anche tra scooter e motocicletta) si tratta comunque di una nicchia rispetto alla mobilità a motore, per la bicicletta è tutta un’altra cosa. Sarebbe la vera alternativa della mobilità privata, da mettere in pratica con politiche di vera e propria sostituzione rispetto alla mobilita’ a motore, così come avviene in città come Copenaghen, emulata in piccolo solo da alcuni comuni della regione Emilia Romagna.
La bicicletta è quindi considerata una “passione”, al pari di chi è appassionato del cinema o del teatro o del trekking o delle mangiate fuori porta. E’ evidente, di conseguenza, che le pubbliche amministrazioni possono venire incontro alle passioni dei propri amministrati (per restare in argomento con gli esempi: rassegne di cinema e teatro, maratone urbane, sagre gastronomiche, etc), ma non trasformarle in scelte primarie e sostitutive, ma roba marginale.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc