DUE VEGLIE PER LA VERITà

Ho partecipato a due veglie prima davanti all’Arco della Pace, la veglia delle Sentinelle in Piedi (a Milano siamo arrivati all’ottava veglia) e poi a quella presso la Basilica di Sant’Ambrogio alle ore 21, la veglia per i Cristiani perseguitati. “È una coincidenza provvidenziale – scrive il direttore della NuovaBQ.it – quella che vede nello stesso giorno – oggi – la veglia di preghiera per i cristiani perseguitati, promossa dalla Conferenza episcopale italiana alla vigilia della Pentecoste, e la manifestazione nazionale delle Sentinelle in Piedi. Due cose diverse – la memoria dei cristiani perseguitati nel mondo e la protesta contro i disegni di legge sull’omofobia e sulle unioni civili – eppure unite da un filo rosso al punto che saranno tantissimi coloro che dalle piazze delle Sentinelle passeranno nelle chiese per unirsi in preghiera con tutti i cristiani”.(Riccardo Cascioli, Testimoni della verità, 23.5.15 LaNuovaBQ). Infatti i milanesi hanno aderito in massa, già fin dalle venti un buon gruppetto attendava davanti al portone della Basilica, poi alle 21, le tre navate dell’artistico complesso architettonico erano strapiene di fedeli partecipanti alla Veglia presieduta da S.E. monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo ausiliario e vicario episcopale per l’evangelizzazione e i sacramenti. In basilica si è pregato perché il Signore non abbandoni i suoi figli che in tante parti del mondo vengono uccisi e perseguitati a causa della loro fede. Si è pregato perché possa cessare la loro persecuzione. Ma si è pregato anche perché pure noi sappiamo essere fedeli testimoni di Gesù nel momento della prova; perché sappiamo imparare dalla testimonianza, umile quanto potente, di queste centinaia, migliaia di cristiani che preferiscono il martirio piuttosto che accettare di scendere a compromessi o addirittura a rinnegare Gesù. Un’altra prova di testimonianza di verità, è stata quella delle Sentinelle in Piediche sabato si sono trovati a migliaia e migliaia in tante piazze italiane leggendo un libro. Per affermare che l’unica famiglia è quella naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; che abbiamo diritto di dirlo e di difenderlo senza per questo essere considerati omofobi. Un gesto semplice, pacifico, rispettoso di qualsiasi persona, che non richiede certo la forza e il coraggio dei nostri fratelli in Iraq, Siria, Nigeria, Pakistan, eppure anche qui da noi il clima si fa sempre più pesante e intimidatorio e sappiamo già che in tante città la veglia sarà disturbata e contestata dalle solite sigle del “bel mondo” Lgbt.

Domenico Bonvegna
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