Spending review. Alitalia e partecipate: esempi di come si procede o casi estremi?

Due studi comparsi in questi giorni ci ricordano la situazione economica che si è determinata nel nostro Paese in virtù di un metodo di spesa pubblica che -noi e non solo, comunque pochi- definiamo criminale.
Alitalia. Un stima di Mediobanca – area studi, ci fa sapere che dal 1974 al 2014, la gestione del cosiddetto vettore aereo nazionale e’ costata al contribuente 7,4 miliardi (essenzialmente ricapitalizzazione). 3,3 fino al 2007. Il restante 4,1 dal 2008 al 2014 con la gestione commissariale: prestito ponte del Tesoro nel 2008, emissione di zero coupon, obbligazioni Alitalia del tesoro, passivo patrimoniale dell’amministrazione straordinaria, cigs mobilità, prestazioni Fondo speciale trasporto aereo e versamento Poste in Alitalia-Cai.
Aziende Partecipate. Uno studio del sindacato Uil -servizio politiche economiche e territoriali, redatto elaborando i numeri dei rapporti della Corte dei Conti e del ministero dell’economia, incrociandoli coi dati tratti da Regioni, Province e Comuni: il 40% delle società partecipate dagli enti locali ha un numero totale di dipendenti inferiore al numero dei membri del consiglio d’amministrazione (cioe’ meno di 5).
Due “piccoli” esempi che ci danno la dimensione di quanto occorrerebbe fare perche’ cose del genere non si verifichino piu’. Dovremmo esse contenti perchè la cosiddetta politica di spending review opera in questo senso? Probabile, ma forse qualcosa ci è sfuggito.
Per Alitalia crediamo sia solo questione di tempo, non per recuperare quanto gia’ versato (cio’ che nella logica umana ed economica comune è ordinario, non è altrettanto nella logica dello Stato-mamma), ma per prendere atto di quali saranno gli ulteriori esborsi. Se si continua ad impedire che fallisca e scompaia dal mercato, c’è solo da aspettare per verificare cosa di nuovo ci porterà la creatività in materia.
Per le aziende partecipate, ci sembra di scorgere l’altrettanto nulla. Con l’aggravante -per far meglio capire che non siamo estremisti e negativi per partito preso- che ci sono piu’ di un milione di persone che gravitano intorno a questo “business”, persone che non è escluso che siano riconoscenti anche col voto (loro e delle famiglie).
Domanda: esempi di come si procede nella spending review o casi estremi? E, quand’anche fossero estremi, perchè devono continuare ad esserlo?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc