
Egregio Assessore,
i sottoscritti Consiglieri con interrogazione prot. n. 71664 del 21/03/2015 interrogavano il Sindaco per avere risposte in merito all’intenzione dell’Amministrazione su quelli che riteniamo argomenti rilevanti per la comunità messinese. Posto che non ci sfugge il passato militante Suo e del Sindaco, ci chiediamo che finalità possa avere narrarlo in una risposta ad una interrogazione.
Nel merito, noi interrogavamo il Sindaco sulla ragione per la quale non avesse proceduto da subito alla trasformazione di Amam e Messinambiente in aziende speciali o come mai non avesse proceduto alla costituzione di aziende speciali che gestissero il servizio idrico e quello di smaltimento dei rifiuti.
Ci sembrava, infatti, che questo fosse in linea con l’idea dei servizi pubblici come beni comuni che il movimento che aveva portato il Sindaco ad essere Sindaco e l’Assessore ad essere Assessore aveva adottato. La sua risposta, egregio Assessore, che si limita ad affermare che l’Amministrazione ha tenuto fede all’impegno mantenendo le società in mano pubblica, scambia la proprietà pubblica con la natura pubblica di una società. Giova ricordarle che una Società per Azioni è una società di capitali e per propria mission ha la formazione di profitti, cosa, evidentemente, incompatibile con la categoria dei “beni comuni”. D’altronde non ci verrebbe difficile dimostrare la coerenza del nostro punto di vista con le proposte di delibera di ripubblicizzazione promosse dai comitati per l’acqua pubblica in tante parti d’Italia. Né ci verrebbe complicato narrare l’esempio più rappresentativo di ripubblicizzazione, quello della ripubblicizzazione del Servizio idrico del Comune di Napoli che ha condotto, appunto, alla costituzione dell’Azienda Speciale Acqua Bene Comune.
Le nostre preoccupazioni sembrano, tra l’altro, convalidate dal fatto che proprio il Piano di Riequilibrio, votato in Giunta anche da Lei, prevede un “contributo” da parte dell’AMAM di 23 milioni di euro, ricavati (attraverso l’incremento delle tariffe) dagli utili derivati dalla vendita dell’acqua (con buona pace per l’acqua bene comune).
Inoltre la sua risposta sembra rinviare tutto alla costituzione della Multiservizi (una risposta ora per allora, considerando che è una iniziativa che viene a due anni dall’insediamento) e sembra darci ragione nel dire che questa dovrà avere la natura di “azienda speciale”, unica possibilità per “blindarla”, per dirla con le Sue parole. Sulle criticità relative alla Multiservizi ci sarà tempo e modo di intervenire. Sulla natura pubblica dei servizi locali noi non abbiamo alcun dubbio. Ci saremmo aspettati che fosse questo anche l’intendimento dell’Amministrazione.
Per tutto quanto innanzi detto si invita l’Assessore a verificare nel Piano Finanziario dell’Amam l’intenzione di utilizzare l’interruzione della fornitura per i morosi, cosa considerata illegittima da un recente pronunciamento del Consiglio Costituzionale di Francia, paese nel quale, evidentemente, c’è una normativa più aderente a quelli che erano i principi dei referendum in difesa dell’acqua pubblica (per i quali, a ragione, Lei rivendica la militanza).
Infine si chiede di elaborare una risposta congrua ed adeguata ai rispettivi ruoli, in quanto si ha motivo di ritenere che la mancata risposta ad una interrogazione si palesi manifestamente come un atto che contravviene a norme statutarie e regolamentari, impedendo ai Consiglieri Comunali, nel pieno della propria autonomia, di esercitare il più elementare dei diritti democratici.
In ultimo ci sovviene il dubbio che il Sindaco assegni le interrogazioni con una certa approssimazione, visto che l’Assessore competente sarebbe stato quello con delega alle Società Partecipate e non già quello all’Ambiente.
Cordialità.
I Consiglieri Comunali
f.to Luigi Sturniolo
f.to Nina Lo Presti