Eh, sì, siamo messi bene con questa rivoluzione

di Roberto Gugliotta

Si comincia parlando di servizi (sociali), ma poco. Strano che Renato Accorinti, distintosi con convinti atteggiamenti da padrone del traghetto (è un modo di dire), non abbia mai pensato alla presidenza di una squadra di calcio. Questo è il momento buono, se torna in sella Lello Manfredi – con Arturo Di Napoli in panca – perché non lui, ci pensi. Mi voglio rovinare: sempre in tema di messinesità da operetta: nel nuovo modo di amministrare Messina, nemmeno un sindaco e un prefetto riescono a smuovere le impuntature. Rullo di tamburi: ecco, ci pensa il Comitato scientifico della pasta e fagioli. Prendo atto. Come se il settore, in un cupio dissolvi, volesse perdere quei pochi stracci di credibilità che ancora gli restano. Non è assolutamente il caso di preoccuparsi per il sindaco Accorinti. Si sta suicidando, non disturbiamo i tanti manovratori. Non c’è peggior nemico del ridicolo. Siete almeno d’accordo sul fatto che il cittadino deve sapere se sono impiegate sostanze derivate da organismi geneticamente modificati? Intanto… il Sindaco Renato Accorinti comunica di avere valutato con la necessaria attenzione la situazione che si è creata in seguito alle questioni sollevate dall’assessore Antonino Mantineo sulla gestione dei servizi sociali. Le criticità segnalate richiedono una risposta immediata e nuove energie per rilanciare nella direzione dell’efficienza un settore determinante per la qualità della vita di una larga fascia di cittadini. Nel ringraziare Nino Mantineo per il tempo e l’impegno dedicato in settori molto delicati, il Sindaco informa di avere nominato la dottoressa Antonina “Nina” Santisi, assessore della Giunta comunale. Quello che mi sembra strano, ma forse non lo è, è la totale mancanza di solidarietà (pubblica, intendo) per Mantineo. O è proprio questa la notizia? Ai messinesi è consentito avere opinioni? O gli è stato fatto credere che è meglio non averne? Spesso politici e sindacalisti, parlando del loro ruolo (quando ne parlano) evocano i valori etici. Benissimo, però non vedo niente di etico nel fare il gioco delle tre scimmiette. Chi merita maggior attenzione è il contenitore politico “Cambiamo Messina dal Basso” che in una nota annuncia: “CMDB apprende con stupore, soltanto dagli organi di stampa, del reintegro del direttore tecnico licenziato da Alessio Ciacci il 27 marzo scorso. Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo prendere atto delle forti mancanze dell’Amministrazione sul piano della partecipazione a scelte di fondamentale importanza. E, se è pur vero che su alcuni fronti si sono instaurate dinamiche realmente partecipative, accolte con entusiasmo e coinvolgimento dal Movimento, singoli e gravi episodi come questo vanificano gli sforzi compiuti fino ad ora e denunciano le permanenti difficoltà dell’Amministrazione a condividere le proprie decisioni anche con il Movimento che l’ha finora sostenuta. Non entriamo nel piano legale della vicenda, ma non possiamo rinunciare a qualche riflessione politica, che ci sembra mancare totalmente in questa decisione dell’Amministrazione. Non si confermano né si smentiscono, senza che rimanga alcuna ombra di dubbio, le pesanti accuse mosse da Ciacci a Cucè, ma contemporaneamente si conferma fiducia all’uno e si reintegra in toto l’altro, rinunciando così a un’operazione verità, ineludibile per un’Amministrazione che tra le sue priorità ha sempre indicato la trasparenza. Che senso ha, a tal proposito, reiterare la volontà di proseguire la collaborazione con Ciacci se, pochissimo tempo dopo la conclusione del suo mandato a MessinAmbiente, viene reintegrato e risarcito un dirigente da lui licenziato "per giusta causa" e nei confronti del quale era venuto meno l’imprescindibile rapporto di fiducia? A seguito del conciliante accordo extragiudiziale che chiude la vicenda Cucè a totale favore di quest’ultimo, si riuscirà più a fare chiarezza individuando responsabilità inequivocabili ed eventuali colpe? Questo reintegro che cosa comporterà a livello della transizione aziendale da Messinambiente all’AMAM? E soprattutto, perché il Comune si è assunto tramite questo accordo tutte le spese e le responsabilità inerenti al licenziamento? Senza entrare nel merito di argomentazioni prettamente giuridiche, riteniamo che l’amministrazione avrebbe dovuto esprimere con maggiore chiarezza la posizione politica che aveva costruito in base ai fatti acquisiti e al costante confronto con movimento e cittadinanza, evitando di alimentare indirettamente interpretazioni non certo univoche dei fatti in questione. Trasparenza e partecipazione è ciò che continuiamo a chiedere”. Insomma, al netto dei pregiudizi, aspetterei a dire che è una vittoria del buon senso. In parte lo è, ma per buon senso intendo un’altra cosa. La buona volontà di due parti che si siedono a discutere e trovano la soluzione migliore. In questo caso mi sembra una vittoria d’altri. Del grottesco. Eh, sì, siamo messi bene con questa rivoluzione! Cambiamo Messina dal basso: sarebbe anche l’ora.