Ricceri, Eurispes: per un diverso rapporto tra scienza e politica

Ricceri, Eurispes: per un diverso rapporto tra scienza e politica

ECONOMIC FORUM 2015
Session: Impact Investing – Philantropy or Business Strategy
Krynica (Poland), September 10 2015

«Costruire un nuovo rapporto tra scienza e politica, più aperto, collaborativo, organico. È questo una delle novità più importanti promossa dalle Nazioni Unite con uno specifico programma, Science-Policy Interface, avviato dal 2012 e alla base della nuova Agenda 2015-2030 per uno sviluppo globale sostenibile che sarà approvata il prossimo 25-27 settembre 2015 a New York. Le necessità di applicare questo programma nei singoli stati membri – una linea che, per inciso, è stata sempre sostenuta da Eurispes – consentirà di individuare meglio le emergenze, i problemi, i programmi e le azioni da promuovere a livello internazionale e nazionale per un nuovo modello di sviluppo economico realmente sostenibile, socialmente giusto, eticamente accettabile».

L’importanza di questa svolta internazionale sarà sottolineata dal Segretario generale di Eurispes, Marco Ricceri, nella introduzione della sessione dedicata alle nuove forme di investimento con finalità sociali, in programma al Forum Economico 2015 di Krynica, dall’8 al 10 settembre in Polonia.

Un evento internazionale che richiama più di 2.500 ospiti, 500 giornalisti, leader politici, esperti di economia e scienze sociali provenienti da più di 60 paesi in Europa, Asia e America. 5 sessioni plenarie e oltre 150 tavole rotonde, presentazioni e conferenze articolate in una serie di gruppi tematici, tra cui: Macroeconomia, Business e Management, Energia, Innovazione, New Economy, Riforme, Unione europea, Sicurezza Internazionale, Politica Internazionale, Salute.

In quello che viene definito come la “Davos dell’Est” e che vede tra i partner l’Eurispes, sarà discusso, tra l’altro, proprio come incentivare forme di investimento in grado di coprire quei bisogni sociali che rimangono sempre più scoperti per il progressivo abbandono dell’impegno dello Stato a causa delle diffuse restrizioni finanziarie e difficoltà del bilancio pubblico. È un terreno nuovo di azione, che si sta diffondendo soprattutto nei paesi industrializzati, sul quale si esercitano le responsabilità sociali dei maggiori attori economici.

Come sottolinea Marco Ricceri: «Siamo in una situazione che, secondo l’ONU, chiama anche la scienza ad esercitare una precisa “responsabilità sociale”, contribuendo ad individuare meglio le nuove emergenze ed a fornire indicazioni operative utili ai decisori politici. Oggi più che mai, per le Nazioni Unite, la scienza “deve orientare il proprio impegno secondo precisi valori ed obbiettivi sociali”; inoltre deve promuovere gli auspicati processi innovativi, assicurando che tali processi siano comunque “eticamente accettabili, sostenibili, socialmente auspicabili” (UN, Global Sustainable Report, 2015). L’applicazione di un metodo di lavoro, definito transdisciplinare, partecipativo, consentirà di costruire quel ponte con il mondo della politica che è necessario per elaborare delle valide prospettive di crescita, mettendo i decisori politici nelle condizioni di uscire dalla logica del breve periodo, delle risposte alle contingenze immediate. La politica non può operare staccata dal mondo scientifico, ma ha bisogno di costruire con esso un rapporto organico per comprendere la vera natura dei nuovi problemi da affrontare e prendere iniziative adeguate».