Cercasi Sindaco

di Emilio Fragale

Quel che resta del PD – non ostante il Commissario che verrà – non resti a guardare la bacheca degli avvisi, delle offerte e degli annunci. La città metropolitana e la città capoluogo sono in cerca di un Sindaco. Sono cominciate le scommesse sul <<toto-sindaco>>; non sono escluse le commesse sul <<Totò cerca casa>>. Sulla città metropolitana sono state avviate grandi manovre. Sulla città capoluogo si invoca un "progetto" alternativo. I capitoli vanno trattati separatamente perché Renato Accorinti, in caduta libera nella opinione dei concittadini, non si proporrà (ed è improponibile) a "guidare" anche l’area riconducibile all’ex provincia.
1) Sulla città metropolitana si corre un rischio. Essendo una elezione che registra elettorato attivo solo in Sindaci, assessori e consiglieri comunali in carica si potrà fare a meno di un programma. L’esperienza (loro) suggerisce … a che serve? (Sic).
Pertanto, la contesa verterà sul peso specifico dei territori e chi avrà meno chance cercherà di tirare la corda per ottenere una posizione in Giunta. Per fare cosa non si sa. Un programma forse sarà confezionato per qualche intervista e per un deposito amministrativo per un protocollo in più.
Il PD … che manovratori non se fa mancare … si smarchi da questa logica.
Non si assegni ai deputati alcuna delega in bianco per la individuazione del candidato prescelto perché la città metropolitana non è un "gioco di società da tavolo".
Piuttosto, non ostante il Commissario che verrà, non si ripieghi sulle "cose" precongressuali. Ciascuna "componente" individui sensibilità e competenze da offrire per una elaborazione attenta a ciò che non solo i c.d. Grandi-elettori ma anche iscritti, militanti e simpatizzanti (della città, della ionica, della tirrenica, dei nevrosi, delle isole) propongono e si auspicano per una comune strategia di promozione della crescita economica e sociale.
2) Sul sindaco della città capoluogo il discorso precede da una constatazione laicamente sociologica. La disaffezione crescente nei confronti della Amministrazione Accorinti non implica alcun pentimento sulla alternativa sconfitta. Cioè i partiti tradizionali se non recuperano autorevolezza e si affidano ai numeri (quelli del consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali come nella precedente partita elettorale) sono di nuovo sconfitti … in partenza.
Vi sono due possibilità.
La prima è che si ricerchi un candidato dal profilo personale e professionale altissimo estraneo a pregressa milizia partitica ma consapevole delle questioni da affrontare unitamente a squadra non improvvisata ne’ raffazzonata. La seconda è che si proponga una personalità politica riconoscibile e capace e forte che dimostri ora … ripeto ora … disponibilità ad assumersi l’onere (perseguendo linee rigorose e trasparenti) di fare uscire la città dalle secche in cui è rimasta impantanata dimostrando sul piano della generosità sociale che è disponibile a rinunziare alla "comodità" del ruolo e/o seggio ricoperto senza attendere alcun fine mandato. Infatti, non si tratta nel fare il Sindaco della Città di Messina di risolvere il problema del dopo cosa faccio io ma del cosa faccio ora per la mia città. Anche in questo caso il PD contribuisca a individuare un itinerario intellegibile e non si avviti su quisquilie e minuetti. Piuttosto si lasci interpellare e permeare dalla effervescenza di associazioni, laboratori e centri studi che cercano di supplire nel metodo e nel merito alla avvilente chiusura di dibattito e confronto dei partiti tutti.