“A seguito di fonti governative, dico subito bentornato ponte" – dichiara il Prof. Cosimo Inferrera dell’Università di Messina, membro del Comitato Ponte Subito, dell’Istituto di Alti studi in Geopolitica IsAG e dell’Osservatorio Nazionale sullo Sviluppo e la Promozione del Mezzogiorno SVIPROM, da anni impegnato nella promozione del Ponte sullo Stretto come catalizzatore dello sviluppo dell’intero Paese – ma che sia Ponte vero, visibile di giorno come di notte, insomma quello di cui esiste già il progetto definitivo. che è un valore di proprietà dello Stato Italiano.
“Davvero inutile la bagarre politica su questo tema – prosegue il Prof. Inferrera – il Ponte è una struttura necessaria. In realtà ho sentito parlare di un ‘ponte ferroviario’, aggettivazione puntigliosa da capire. Questa connotazione lo fa Intuitivamente adibire solo al trasporto merci, gommato e soprattutto passeggeri esclusi, i quali continuerebbero a passare da una costa all’altra su nave. Potrebbe trattarsi, dunque, di qualcosa di nuovo che passa a 80 metri sott’acqua, una tipologia di ponte sommerso ormai largamente adottata fra molte isole – anche piccole – nei mari del Nord Europa …”
“Di certo meglio che niente per il nostro Sud, deserto di infrastrutture! Però a cosa servirebbe una soluzione che taglia fuori mezza Sicilia e mezza Calabria, ovvero l’Area dello Stretto, sottraendole milioni di turisti che verrebbero richiamati dall’opera del secolo – il ponte sospeso a campata unica più lunga al mondo – e privandola della logistica interna che farebbe viva e vitale la Città Metropolitana dello Stretto”.
“Ricordo, infine, alla politica che ogni soluzione tecnica nel campo delle Mega-Infrastrutture va sempre inquadrata in un contesto più ampio ed integrata con ciò che vi è di esistente. A questo proposito ricordo che il Ponte sullo Stretto, collegato dai porti di Augusta e Gioia Tauro alle reti TEN-T, determinerebbe di fatto una forte riduzione dell’inquinamento nel Mediterraneo, in quanto le navi portacontainer in uscita dal canale di Suez non dovrebbero arrivare fino allo Stretto di Gibiliterra, per poi proseguire verso i porti del Nord Europa. Chiedo ai supremi poteri decisori: se il Canale di Suez è stato fatto dai lungimiranti sudditi della Regina Vittoria per non dover circumnavigare l’Africa, perché non può essere fatto il Ponte sullo Stretto per non dover circumnavigare l’Europa ?" ”
“La stessa Unione Europea ha calcolato che una ripartizione dei flussi mercantili mediterranei, derivante dalla ottimizzazione del trasporto merci in base alla distanza da percorrere fino a destinazione, ridurrebbe del 50% l’inquinamento da ossido di carbonio, principale responsabile dell’effetto serra". Inferrera ha sottolineato che il Mediterraneo, la cui superficie acquea è pari all’1% dei mari del globo, subisce un traffico navale pari al 33% del totale, ad alto rischio inquinamento da macchie oleose, visibile da satelliti.