Ponte sullo Stretto: volano per il rilancio del Meridione

di Maria Salomone

Ritorna in auge il dibattito tra favorevoli e contrari al Ponte sullo Stretto, che, per l’ennesima volta, si ripropone come possibile volano di sviluppo per le infrastrutture viarie al Sud. L’Italia risulta divisa nel dilemma tra i pro e i contro di questa importante e per certi versi essenziale opera, tanto discussa, desiderata, contrastata, ambita e ciclicamente attuale. Molto rumore, la certezza – per alcuni – che "tanto non serve a niente", un po’ di rassegnazione, ma anche un alto tasso di disobbedienza nel non cedere al pessimismo. Ma c’è un Italia civile, più ligia, che si specchia nell’esempio fornito da Fernando Rizzo, coordinatore di Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno, il quale nel corso di un meeting organizzato all’Hotel Royal Palace di Messina, ha prospettato iniziative e preannunciato un convegno, organizzato per dibattere sul Ponte e sulle infrastrutture, che si terrà a Messina in data sabato 28 novembre.

“Il Ponte è un Project financing” – spiega l’avvocato Rizzo. Si tratta, dunque, di un progetto economico finanziario, promosso da pubblici o privati, senza oneri finanziari a carico della P.A. Si riesce così a porre rimedio alla scarsità di fondi pubblici e ai gap infrastrutturali, che dividono l’Italia dagli altri Paesi industrializzati. "E’ questa la vostra visione dello Stretto?". Se combattere la schiavitù da nullafacenti. è la più rischiosa e impopolare crociata che una persona possa intraprendere in una città senza dignità figurarsi per un politico. Non porta voti nuovi e può farne perdere di vecchi. Aggrappati alle piccole certezze, coccolati dalle delizie stereo di un lettore di Cd e di un impianto di aria condizionata, ci sentiamo dei militanti di Legambiente pronti a qualsiasi pazzia pur di liberarci delle migliaia di automobili che ci imbottigliano. Ma al futuro e al lavoro, chi ci pensa?

Rizzo espone le tesi a sostegno dell’edificabilità del Ponte sullo Stretto, smontando le teorie degli accaniti sostenitori del “No Ponte” e motivando in modo preciso e puntuale, anche attraverso il ricorso ad aspetti tecnici. A differenza dei progetti preliminari le cui relative opere giunte a compimento, “Il progetto del Ponte è definitivo ed è, pertanto, secondo la legge obiettivo del 2001, cantierabile. Diecimila le persone assunte per una spesa totale pari a 300 milioni di euro”.

Penso – afferma Fernando Rizzo – che si tratti del progetto più economico finora esistito”. Oltre alle attenzioni alle infrastrutture, non sono mancati riferimenti alla TAV, infrastrutture di Genova e di Milano (TAV AV/AC e TAV di Bari e Napoli), verso cui sono stati distratti tutti i fondi destinabili alla realizzazione del Ponte. “Il nostro intento – precisa il Presidente di Rete Civica – è quello di divenire massa critica sul territorio. Il Ponte non è né di destra, né di sinistra.”

Il Ponte costituirebbe per la Sicilia, quel tassello mancante tra la Regione siciliana e lo ‘Stivale’, che insieme diano così la vera visione dell’Italia unita. Il Ponte sullo Stretto deve essere visto come strumento essenziale per il rilancio e lo sviluppo economico del Mezzogiorno.