"Il viaggio nel passato continua. Sembra di essere in un nuovo dopoguerra". E’ questa la durissima analisi della deputata M5S all’ARS Valentina Zafarana sull’assenza di acqua corrente che attanaglia Messina da ormai diversi giorni.
"Ecco il risultato – afferma Zafarana – di più di trent’anni di malapolitica . Già la frana che si era abbattuta sulla A18 Messina-Catania aveva rappresentato uno schiaffo per tutti i cittadini messinesi, palesando tutte le responsabilità di chi doveva mettere in sicurezza il territorio e non l’ha fatto. Ora, sempre per una frana, arriva la rottura delle condutture che ha trascinato la città in un’emergenza idrica impensabile nel 2015".
"Mi sono messa già in contatto sia col sindaco di Calatabiano che con la Prefettura – racconta la Zafarana – ma le notizie che ne ho ricavato palesano la totale impreparazione delle istituzioni sia per ciò che riguarda la prevenzione, sia la gestione dell’emergenza, ancora lontana dalla soluzione. Se le informazioni che ho ottenuto venissero confermate saremo costretti ad assistere al vergognoso spettacolo delle navi cisterna che porteranno l’acqua in città, con cittadini in coda, bidoni alla mano, mentre nel frattempo si lavorerebbe ad un by-pass col fiume Alcantara. Una vergogna nazionale. Si faccia il possibile e l’impossibile per ripristinare l’erogazione e un attimo dopo si cerchino i responsabili di un episodio che ha alla base tutt’altro che calamità naturali. L’Amam doveva fare manutenzione della tubazione, che a detta del sindaco di Calatabiano, dall’82 non sono mai state fatte. Trentatré anni senza manutenzione sono una follia”.
Sulla vicenda sono intervenuti anche i deputati alla Camera Francesco D’Uva e Alessio Villarosa.
“Cercheremo – dicono – di fare inserire anche la frana di Calatabiano nel valutazione dei danni relativi all’alluvione del 10 ottobre per incrementare le risorse destinate a queste zone. Si tratta infatti di territori ad altissimo rischio idrogeologico già censiti nel Pai”.