Ampia partecipazione nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca, per l’evento “Che ne sarà della scuola?” promosso da Movimento Cinque Stelle e dai meetup della provincia messinese.
All’incontro – dibattito sui contenuti della legge 107/2015, la riforma della “Buona Scuola” varata dal governo Renzi, hanno preso parte gli esponenti 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Silvia Chimienti, Francesco D’Uva e Alessio Villarosa, e la portavoce all’Ars, Valentina Zafarana, esponente della commissione Cultura.
Carenze strutturali e contraddizioni della riforma, dal piano straordinario assunzioni alla disparità di trattamento apertasi tra scuola pubblica e privata, sono state le criticità messe in luce da Chimienti e Villarosa: “I contenuti di questa riforma hanno aperto la strada a un piano di assunzioni che si è rivelato irrispettoso delle reali istanze che provengono dal mondo della scuola – denunciano i deputati – assistiamo, lo avevamo annunciato, a una concezione del merito fumosa e dal chiaro respiro clientelare. Un contesto nel quale si lascia ai privati campo libero in merito alla gestione e all’ammodernamento dell’offerta formativa, rendendosi in tal modo complici – chiosano Chimienti e Villarosa – di un’iniqua differenziazione tra scuole di serie A e scuole di serie B”.
Ad essere messo a rischio, per Francesco D’Uva e Valentina Zafarana, è lo stesso diritto allo studio: “La riforma, impropriamente definita della Buona Scuola, approccia al tema dell’istruzione come se si trattasse di un bacino elettorale dal quale attingere nell’ottica di attuali e future logiche clientelari – sottolineano – una scelta che sancisce la fine della libertà di insegnamento, apre al progressivo depotenziamento degli organi collegiali e finisce con lo svilire l’essenza stessa del diritto allo studio. Un’involuzione che – avverte D’Uva – sta interessando anche il mondo delle università, dove l’accesso a un’istruzione di qualità viene spesso condizionato dalla presenza di una tassazione scellerata”.
In sala molti operatori e rappresentanti del mondo della scuola provenienti dall’intera provincia, tra loro anche Elio Parisi, dirigente scolastico del liceo messinese “Emilio Ainis”, e Roberto D’Andrea, rappresentante della Consulta provinciale degli studenti di Messina.
Un malessere, quello delle istituzioni scolastiche, che è stato espresso dal dirigente dell’istituto superiore: “Esistono molteplici zone d’ombra all’interno della legge – spiega – che potrebbero essere efficacemente ridimensionate attraverso una concezione differente del binomio scuola – comunità che, grazie all’adozione di una figura di dirigente- leader lontano da logiche dirigiste, si ponga come guida in grado di fornire alla comunità obiettivi concreti e realizzabili”.
Ad animare il dibattito anche una nutrita rappresentanza di studenti, molti gli iscritti del liceo “La Farina”, recentemente occupato, che hanno rivendicato, attraverso D’Andrea, il diritto a una scuola più sicura da un punto di vista strutturale, non penalizzata da continue sottrazioni di fondi a favore degli istituti privati e il diritto a farsi promotori, anche attraverso forme di protesta di maggiore impatto, di un rinnovamento pensato e voluto dai fruitori diretti di quello che resta di un servizio pubblico di grandissima rilevanza sociale.
Solidarietà, rispetto a quanto sta avvenendo all’interno dell’istituto cittadino, è stata espressa, a margine dell’incontro, dagli attivisti del meetupGrilli dello Stretto: “Ci stupisce e ci indigna l’intransigente uso della forza cogente della legge quando questa si manifesta nei confronti dei più deboli. Noi, sempre dalla parte della giustizia”.